sabato 11 settembre 2010

I QUATTRO DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 5 settembre



 Ritorna dopo la pausa estiva il consueto appuntamento settimanale con le caricature dell'Apocalisse di Portos, 4 personaggi distintisi nel bene o nel male

I QUATTRO DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 5 settembre 
appendice alla la settimana in vignette: 30 agosto - 6 settembre





MUAMMAR GHEDDAFI

   Dà lavoro alle nostre hostess ma non è l’Alitalia, fa correre i cavalli berberi ma non è l’ippodromo di Capannelle, riesce a ottenere il baciamano da Berlusconi ma non è un’escort: è il colonnello Gheddafi, la Moira Orfei della politica internazionale, l’unico carro allegorico di Viareggio divenuto leader e guida suprema di un Paese del Mediterraneo. Se riuscisse pure a scrivere una canzone decente per Gigi D’Alessio, sarebbe veramente l’uomo dei miracoli. E’ in tutto questo straordinario tourbillon d’impegni, riesce anche a trovare il tempo per fare il dittatore libico. Che uomo. Grazie al nostro premier, l’Italia ora è la principale amica della Libia, una preziosa alleanza suggellata da una commovente prova di fiducia da parte di Muammar nei confronti di Berlusconi: gli ha rivelato il numero del suo fondotinta. Del resto, dopo il voltafaccia di Fini, Silvio ha bisogno di alleati sicuri: in caso di crisi di governo, la Lega Araba potrebbe prendere il posto della Lega Nord. Il colonnello ha auspicato l’islamizzazione dell’Europa e ha chiesto cinque miliardi all’Ue, peccato la sua breve visita si sia conclusa prima di essere riuscito a esternare il progetto più ambizioso: un cammello alla Segreteria Generale dell’Onu.  

   FERRUCCIO FAZIO

   Forse non è un caso che, in italiano, l’azione che porta alla nascita di un bambino si definisca parto: in effetti viene voglia di partire e non tornare più, dopo aver sentito quello che è successo di recente in alcuni nostri reparti di neonatologia. Ostetriche che litigano ferocemente, ginecologi che si azzuffano davanti alla partoriente: in questo momento, i sanitari più corretti e tranquilli nelle strutture pubbliche sembrano essere quelli firmati Pozzi Ginori. Probabilmente è proprio per questo   che il numero dei parti cesarei nel nostro Paese sta aumentando vertiginosamente: presa coscienza di trovarsi in Italia, i neonati si rifiutano di uscire fuori spontaneamente dall’utero materno. E’ comprensibile, francamente. Il ministro della Salute Fazio si è scusato nei giorni scorsi con i cittadini per questi fatti incresciosi. Si tratta però di un fenomeno inquietante: se tutti i Ministri del governo Berlusconi dovessero cominciare a chiedere scusa per le cappellate commesse, i giornalisti sarebbero costretti a correre di continuo da una conferenza stampa all’altra. In fin dei conti, un ottimo modo per tenere sotto controllo l’informazione.


   MICHELA BRAMBILLA

   Nei giorni scorsi è trapelata un’indiscrezione: la fulva Michela voleva organizzare un bel viaggio in   pullman, una novità che, se confermata, farebbe sperare in un’Italia nuova, in cui il ministro del Turismo si occupa di gite culturali, quello della Salute sa fare iniezioni e clisteri e il responsabile del Dicastero del Lavoro si alza la mattina per andare in fabbrica. Purtroppo però non si sarebbe trattato di torpedoni carichi di turisti giapponesi, ma di contestatori del Presidente della Camera Fini, che oggi parla alla Festa di Futuro e Libertà a Mirabello. “Il dissenso è un nostro diritto – ha dichiarato indignata Michela – siamo contrari a queste logiche da prima Repubblica, non ci piace Mirabello e neanche il suo socio Garrano”. Parole forti, da vero leader. “Pur nel rispetto di un pluralismo democratico, libertario e daltonico – ha chiarito la Brambilla attraverso una nota del suo Ufficio stampa – ritengo che sia gravemente provocatoria nei confronti di Berlusconi la suddetta Festa di Futuro e Libertà, due termini assolutamente inconciliabili nei programmi di questo governo”. Sembra che il ministro Brambilla non abbia esitato nel querelare Generazione Italia e, con l’occasione, anche il proprio parrucchiere 


   ZLATAN
 IBRAHIMOVIC

   C’è un sottile e geniale disegno dietro l’arrivo del forte centravanti svedese al Milan. Nel nostro Paese manca ormai da mesi il ministro dello Sviluppo Economico. Manca anche lo sviluppo economico, direte voi, ma questo è un altro discorso.

   Ibra è stato acquistato da Silvio Berlusconi per sostituire, con il suo grande carisma, il povero Scajola. Era stato contattato   anche Cesare Cadeo, già di proprietà del presidente del Consiglio, il quale però ha confessato di avere difficoltà con le divisioni a quattro cifre. Il bomber serbo giocherà la domenica in campionato e avrà tutto il resto della settimana per partecipare al Consiglio dei Ministri, un ambiente nel quale un calciatore può trovare con una certa facilità la velina d’ordinanza. All’ingaggio di Zlatan contribuirà anche l’imprenditore Anemone, per tenere viva la bella tradizione iniziata con il suo predecessore Claudio Scajola. Una nota di Palazzo Chigi ha sottolineato quanto sia opportuno affidare il delicato ministero in questione nelle mani e nei piedi capaci del nuovo uomo simbolo del Milan, i cui colori rappresentano perfettamente lo stato della nostra economia: rosso come il bilancio dello Stato, nero come il futuro della Fiat.












 Tratti da Il Misfatto

Inserto di satira e maldicenze de Il Fatto Quotidiano
http://www.ilmisfatto.it/
 Disegni di Portos
e
Testi satirici di Marco Presta.



Altre vignette della settimana di Portos:



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PORTOS Comic strip

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