lunedì 24 agosto 2015

Expo: L'Unione Europea presenta Sylvia e Alex, un corto animato.

“The Golden Ear” the story of Alex and Sylvia, the movie of the European Union pavilion at Expo Milano 2015 has won the “Best Animation” category at the July edition of the Los Angeles Film Festival Awards. A monthly film festival that celebrates creative work from around the world with more than 50 awards given away each month to those well deserving film makers from around the world in the heart of Hollywood.
The LAIFF Awards are bringing out the best short films in the form of Drama, Comedy, Horror, Sci fi, Action, Animation, Commercials, Documentaries, Web-series, Travel films from around the globe and present it all under one roof.


L’Unione europea presenta La storia di Sylvia &Alex 
 “The Golden Ear”, show multimediale L’Europa come non l’hai mai vissuta prima!

Diplomata in scienze idrauliche e ricercatrice presso il Joint Research Centre, Sylvia,
come ogni anno, raggiunge la nonna in un paesino non lontano dalla città in cui vive.
A bordo della sua auto, in compagnia del cane,
arriva nel piccolo centro dove per anni,
senza sosta, la nonna ha gestito la panetteria - punto di riferimento per l'intera comunità.
Alex invece passa la sua vita nei campi di grano, è una tradizione di famiglia. Agricoltore,
usa delle tecnologie molto moderne per produrre frumento di alta qualità.

Quando Sylvia raggiunge l'abitazione della nonna accade qualcosa di inaspettato.
L'anziana proprietaria della panetteria ha deciso di prendersi una pausa, non riesce più
a gestire la sua attività e con il semplice gesto di infilare il grembiule addosso alla nipote
e consegnarle un vecchio libro di ricette, le affida la gestione del negozio. Una sfida che
Sylvia accoglie con stupore, così come con stupore guarda Alex: lui contento di vederla,
lei mantiene le distanze.

Sylvia entra nella panetteria impaurita ma con una grande dose di coraggio (che esterna
subito quando sbatte la porta in faccia ad Alex che vorrebbe aiutarla). Prende il libro
delle ricette, le studia da buona ricercatrice, si mette a lavoro mischiando gli ingredienti
e nel giro di qualche ora gli scaffali del negozio sono pieni di pagnotte e ciambelle.
Ma non piacciono. Sylvia si è limitata a mischiare gli ingredienti, senza un ordine preciso.
E per questo la clientela, abituata alle mani esperte della nonna, entra sicura di acquistare
i prodotti abituali ma si scontra con dei sapori che non hanno nulla a che vedere con il pane
tradizionale. Sylvia è affranta ma conserva il suo orgoglio da scienziata, a tal punto da non
volere l'aiuto di Alex. Fino a quando un violento temporale si abbatte sul paese. Lei, esperta
di scienze idrauliche, mette in allarme tutta la comunità, gli allagamenti crescono e il ponte,
unico passaggio per andare verso la città, rischia di crollare. La piogga incessante,
gli allagamenti improvvisi, sono eventi climatici che la ricercatrice studia da anni e di cui
è diventata esperta. Sylvia spiega agli abitanti del paese che questi fenomeni accadranno
sempre più di frequente.

La collaborazione con Alex inizia proprio durante il temporale, quando insieme si mettono
a lavoro per arginare l'inondazione. Si mettono all'opera, senza sosta, per mettere al riparo
il villaggio. Quando il peggio passa e torna a splendere il sole, la scienziata e l'agricoltore
tornano a dedicarsi alla preparazione del pane. Alex porta in panetteria la migliore farina
e Sylvia segue con rigore da scienziata tutte le sue indicazioni. La qualità del pane diventa
l'unico obiettivo e a questo punto non si tratta soltanto di mettere insieme l'acqua, la farina
e tutto il necessario per avere il miglior pane, ma di mescolare due istinti molto distanti
fra loro. Vincerà il rigore della scienziata o la tradizione dell'agricoltore?

Il filo conduttore della storia di Sylvia e Alex è il pane, scelto per la narrazione del Padiglione
dell'Unione europea perché, storicamente, è il simbolo di un cibo condiviso. La storia è
una metafora del motto dell'Unione Europea: l'unità nella diversità. Indica che, attraverso
l'UE, gli europei sono riusciti ad operare insieme a favore della pace e della prosperità,
mantenendo al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue
del continente. Se la sfida dell'Expo di Milano è quella di nutrire il pianeta - un mondo
che fra pochissimi decenni arriverà a toccare i 9 miliardi di abitanti - questa sfida si potrà
vincere soltanto quando la tradizione agraria si sposerà con la ricerca scientifica.
Sylvia e Alex vi faranno vivere tutto questo,

Il cortometraggio dura 9 minuti e verrà proiettato nel padiglione dell'Unione Europea,
per tutta la durata dell'esposizione universale.
*

*




Expo, l’Unione Europea di Alex e Sylvia batte i burocrati
I cartoon educativi nel padiglione comunitario raccontano la storia di una scienziata e un agricoltore, richiamando i temi dell’Esposizione universale
di Raffaella Polato

Qualcuno dotato evidentemente di notevoli capacità mimetiche, o non sarebbe sopravvissuto alla specie dominante: gli euroburocrati. Dai quali però adesso dovrà forse doppiamente guardarsi. Perché per quanto assorbiti da missioni superiori - leggendario fu ed emblematico resta il calcolo millimetrico della curvatura dei cetrioli - prima o poi non potranno non accorgersi del padiglione Ue a Expo 2015. È in fondo la vera sorpresa dell’esposizione. Nel senso che uno se l’aspetta, che il Padiglione Zero sia un capolavoro, che la Germania abbia lavorato quattro anni per svolgere meglio di chiunque altro il tema sotto al titolo «nutrire il pianeta», che la Svizzera sia stata altrettanto ligia e perfezionista. O che il Brasile, qualche centinaio di metri più in là sul Decumano, apra le sue porte all’insegna dell’allegria carioca. Ma l’Unione europea che, per far bene i compiti e insieme rappresentarsi, sceglie un cartone animato? E in perfetto stile Pixar? E per di più raccontando una storia d’amore?

Gli euroburocrati rabbrividiranno. Non così i visitatori. Tra i quali tanti, tantissimi bambini. È ovvio che si divertano - loro, ma anche i grandi - davanti a un cartoon ben costruito, ai piccoli Alex e Sylvia che in due Paesi diversi crescono, studiano, diventano adulti: Alex con l’amore per la terra, il lavoro e la fatica che richiede, i frutti con cui ricambia; Sylvia con la passione per la scienza, i problemi che può risolvere, le soluzioni che, se cerchi, si lasciano trovare. È chiaro che «fanno oh», i piccoli, quando gli effetti speciali lasciano cadere in sala qualche goccia della pioggia che sul video scatena la cascata e fa esondare il fiume, e intanto il palco da cui guardano trema sotto i piedi, e alla fine di tutto il profumo del pane - filo, morale, e naturale happy end del racconto - riempie la stanza. Però questa è solo la confezione. Dentro il bel pacchetto, c’è il messaggio che anche i signori del regno delle regole e delle direttive dovrebbero preoccuparsi di costruire. Quei bambini in coda al padiglione Ue sono la «generazione euro».

Non sanno nulla del sogno che nel 1957 portò al primo embrione di un’Europa unita e senza più guerre, niente della burocrazia che ha occupato poi gli spazi generosamente offerti da politici non più leader, zero delle nostre adulte disillusioni. Loro sono quelli che con l’euro ci sono nati: lira, franchi, marchi già reperti preistorici. Sono i figli di genitori e gli alunni di insegnanti che appartengono a un’altra generazione senza frontiere: quella che ha fatto Erasmus. Hanno nonni che da Alex e Sylvia potrebbero partire per trasformare in favola i racconti di quando bambini erano loro: storie da un continente finalmente libero dalle guerre, ma sempre un po’ ingabbiato da confini con passaporti da mostrare e valute da cambiare. Ecco. I ragazzini di oggi a Expo sono gli uomini e le donne che, domani, all’Europa potranno restituire un’anima. E sì: anche un cartoon può aiutare.
Purché la burocrazia, che non a caso preferirebbe solo grafici e statistiche e i geroglifici delle direttive, si distragga ancora un po’. Magari oltre Milano 2015. Qualcuno, da qualche parte, anche a Bruxelles ha un’anima. Qualcuno dotato evidentemente di notevoli capacità mimetiche, o non sarebbe sopravvissuto alla specie dominante: gli euroburocrati. Dai quali però adesso dovrà forse doppiamente guardarsi. Perché per quanto assorbiti da missioni superiori - leggendario fu ed emblematico resta il calcolo millimetrico della curvatura dei cetrioli - prima o poi non potranno non accorgersi del padiglione Ue a Expo 2015. È in fondo la vera sorpresa dell’esposizione. Nel senso che uno se l’aspetta, che il Padiglione Zero sia un capolavoro, che la Germania abbia lavorato quattro anni per svolgere meglio di chiunque altro il tema sotto al titolo «nutrire il pianeta», che la Svizzera sia stata altrettanto ligia e perfezionista. O che il Brasile, qualche centinaio di metri più in là sul Decumano, apra le sue porte all’insegna dell’allegria carioca. Ma l’Unione europea che, per far bene i compiti e insieme rappresentarsi, sceglie un cartone animato? E in perfetto stile Pixar? E per di più raccontando una storia d’amore?

Gli euroburocrati rabbrividiranno. Non così i visitatori. Tra i quali tanti, tantissimi bambini. È ovvio che si divertano - loro, ma anche i grandi - davanti a un cartoon ben costruito, ai piccoli Alex e Sylvia che in due Paesi diversi crescono, studiano, diventano adulti: Alex con l’amore per la terra, il lavoro e la fatica che richiede, i frutti con cui ricambia; Sylvia con la passione per la scienza, i problemi che può risolvere, le soluzioni che, se cerchi, si lasciano trovare. È chiaro che «fanno oh», i piccoli, quando gli effetti speciali lasciano cadere in sala qualche goccia della pioggia che sul video scatena la cascata e fa esondare il fiume, e intanto il palco da cui guardano trema sotto i piedi, e alla fine di tutto il profumo del pane - filo, morale, e naturale happy end del racconto - riempie la stanza. Però questa è solo la confezione. Dentro il bel pacchetto, c’è il messaggio che anche i signori del regno delle regole e delle direttive dovrebbero preoccuparsi di costruire. Quei bambini in coda al padiglione Ue sono la «generazione euro».

Non sanno nulla del sogno che nel 1957 portò al primo embrione di un’Europa unita e senza più guerre, niente della burocrazia che ha occupato poi gli spazi generosamente offerti da politici non più leader, zero delle nostre adulte disillusioni. Loro sono quelli che con l’euro ci sono nati: lira, franchi, marchi già reperti preistorici. Sono i figli di genitori e gli alunni di insegnanti che appartengono a un’altra generazione senza frontiere: quella che ha fatto Erasmus. Hanno nonni che da Alex e Sylvia potrebbero partire per trasformare in favola i racconti di quando bambini erano loro: storie da un continente finalmente libero dalle guerre, ma sempre un po’ ingabbiato da confini con passaporti da mostrare e valute da cambiare. Ecco. I ragazzini di oggi a Expo sono gli uomini e le donne che, domani, all’Europa potranno restituire un’anima. E sì: anche un cartoon può aiutare.
Purché la burocrazia, che non a caso preferirebbe solo grafici e statistiche e i geroglifici delle direttive, si distragga ancora un po’. Magari oltre Milano 2015.

http://www.prweb.com/releases/2015/04/prweb12673732.htm


Il sito : http://europa.eu/expo2015/it/node/857



Stampa e colora con Sylvia, Alex, Coco e Alfred!
Scarica i disegni da colorare de "La Spiga d'Oro".

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