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martedì 1 settembre 2020

Ebru Timtik

 

Ebru Timtik

 Avvocata turca morta dopo 238 giorni di sciopero della fame: chi era Ebru Timtik https://www.osservatoriodiritti.it/.../avvocata-turca.../ Osservatorio Diritti

Gianluca Costantini






L'avvocata Ebru #TimTik è morta in un carcere turco dopo 238 giorni di sciopero della fame.

Era stata condannata a 13 anni di reclusione per appartenenza al Fronte Rivoluzionario di liberazione nazionale dichiarato terroristico da Ankara.

Lei chiedeva un processo giusto per lei come per tutti quelli per cui si è sempre battuta.

Semplici oppositori che il regime "terroristico", questo si, di Erdogan non è in grado di tollerare.

Gianfranco Uber


Ebru Timtik, se muore la giustizia

#Turchia #EbruTimtik #erdogan #Nato

Gianni Falcone



Ismail Dogan




everybody’s got a hungry heart

Fabio Magnasciutti





Incarcerated #lawyer #EbruTimtik died after a long hunger strike. Let us not forget this brave woman who fought for an honest judicial system in Turkey. Her colleague #AytacÜnsal - also on #hungerstrike - is still alive but very weak. Shame on #Erdogan! #turkey #justice #prison #dictatorship Joop The Cartoon Movement Cartooning for Peace Justice for Ebru Timtik Libertà per la Difesa, libertà per Aytac Unsal Firenze: libertà per la difesa. Libertà per Aytac Unsal Turkish News AK Parti #akparti Amnesty International Human Rights Watch United Nations Human Rights

Maarten Wolterink




Libertà in Turchia

GIO / Mariagrazia Quaranta


Gli avvocati turchi in prigione, tra la vita e la morte
Anne Andlauer, Le Soir, Belgio
1 settembre 2020
Giovedì 27 agosto, in Turchia, è morta un’avvocata. È morta di fame. Il suo nome era Ebru Timtik, da 238 giorni rifiutava di nutrirsi. Pesava 30 chili quando il suo cuore ha ceduto. Ebru Timtik ha intrapreso lo sciopero della fame per chiedere per se stessa ciò che gli avvocati di solito richiedono per gli altri: un processo equo. In questo caso, un nuovo processo.
 In carcere da tre anni, era stata condannata insieme a 17 colleghi per “appartenenza a un’organizzazione terroristica”, il Partito-Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo (Dhkp-C), un movimento clandestino di estrema sinistra iscritto nella lista europea delle “entità coinvolte in atti di terrorismo”. Un tribunale le aveva inflitto, nel marzo 2019, una condanna a 13 anni e mezzo di carcere, confermata in appello. Timtik, 42 ​​anni, aveva denunciato un processo ingiusto. Da più di tre mesi sperava che la corte di cassazione ribaltasse la sua condanna. A metà agosto, dopo che l’avvocata era stata trasferita con la forza in un ospedale di Istanbul, la corte costituzionale aveva respinto la sua richiesta di rilascio sostenendo che la sua vita “non era in pericolo”.
La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di emozione tra i colleghi turchi e stranieri che seguivano con preoccupazione la sua vicenda. Il 28 agosto, centinaia di avvocati si sono riuniti davanti alla sede del loro ordine professionale a Istanbul. Sulle vesti nere con il colletto bordeaux avevano appuntato la foto di Ebru Timtik. Molti avevano le lacrime agli occhi.
Ahmet Kiraz, un avvocato franco-turco, era andato a trovarla in prigione alcuni mesi fa. “Mi spezza il cuore perdere una collega in queste condizioni”, dice. “Era stata condannata senza alcuna prova. Ma preferiva andare avanti con la protesta piuttosto che passare anni in prigione. È una scelta che non mi permetterei di giudicare”.
“Ebru non chiedeva favoritismi, voleva solo un processo equo”, ha aggiunto Melike Polat, un altro avvocato, indicando le irregolarità del processo: la sostituzione dei giudici che avevano ordinato la liberazione di Timtik e di molti suoi colleghi (subito annullata da un nuovo tribunale), testimoni ascoltati in assenza della difesa, il verdetto prevedibile.
Ebru Timtik, dicono i suoi amici, ha combattuto anche per la sua professione, sempre più rischiosa. Dopo il fallito colpo di stato del luglio 2016, più di 1.500 avvocati turchi sono stati portati in tribunale, seguendo lo schema ricorrente di equipararli ai loro clienti, e quindi accusarli degli stessi crimini. Ebru Timtik era nota per la sua difesa dei militanti del Dhkp-C. “Siccome difendi un sospetto terrorista, il governo ti considera un terrorista”, osserva Melike Polat.
Le autorità turche, silenziose e sorde al destino di Ebru Timtik durante il suo sciopero della fame, hanno protestato quando il suo ritratto ha coperto la facciata dell’edificio dell’ordine degli avvocati di Istanbul il giorno dopo la sua morte. “Condanno fermamente coloro che hanno appeso questa foto di una militante di un’organizzazione terroristica”, ha detto il ministro dell’interno Süleyman Soylu.
“Questo caso è un promemoria di come la giustizia in Turchia è sotto gli ordini delle autorità, che hanno fatto in modo che Ebru rimanesse in prigione fino alla fine”, ha detto il deputato dell’opposizione Sezgin Tanrikulu, anche lui avvocato. “La nostra priorità ora è fare di tutto per non perdere un secondo collega”. L’avvocato Aytaç Ünsal, processato nello stesso processo, è in sciopero della fame da 210 giorni. È in ospedale, in condizioni critiche.

(Traduzione di Stefania Mascetti)

lunedì 22 maggio 2017

25 anni fa le stragi


25 anni attentato Falcone
© Gio /Maria Grazia Quaranta


23 maggio 1992, la strage di Capaci (Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, Vito Shifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro).

57 giorni dopo

19 luglio 1992, la strage di via D'Amelio ( Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina).

per non dimenticare...




Mauro Biani



A Giovanni Falcone e agli uomini della sua scorta.
#capaci
©  Romaniello


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Quei 57 giorni tra Falcone e Borsellino che cambiarono una generazione
Capaci, la strage dagli archivi ANSA

venerdì 24 maggio 2013

Stato - Mafia

una mia vigna per il Fatto di venerdì 24 maggio, a corredo di un testo di Spinelli.
Marilena Nardi

 Oggi sul Fatto il bel disegno di Marilena Nardi sui rapporti stato mafia  su cui si sta discutendo a Palermo, oggi il giorno dopo la commemorazione dei 21 anni della morte di Giovanni Falcone.
 Ieri l’Italia intera ha ricordato il sacrificio nella strage di Capaci del 23 maggio 1992 che, con lui e sua moglie, vide morire tre uomini di scorta.
Roberto Scarpinato, Procuratore Generale di Palermo tre giorni fa ha fatto un lucido ed importante discorso al riguardo, ne ho estrapolato una piccola parte per il mio blog :

Sono parole sofferte quelle che Paolo Borsellino, pronunciò il 23 giugno 1992 in un discorso tenuto alla Biblioteca comunale di Palermo, commemorando Giovanni Falcone a distanza di un mese dalla strage di Capaci.
Mi pare significativo che colui il quale fu il migliore amico di Giovanni e che ne condivise la sorte nella vita e nella morte, nel rievocare la strage di Capaci non focalizzi in quella occasione la sua attenzione, come sarebbe logico attendersi, sugli esecutori ed i mandanti della strage, ma piuttosto sui tanti che egli individua come responsabili dell’ostracismo che aveva condannato Falcone all’isolamento, indebolendolo progressivamente e costringendolo a lasciare il palazzo di Giustizia di Palermo.
Ecco un estratto delle parole di Paolo:
Ho letto giorni fa, o ho ascoltato alla televisione - in questo momento i miei ricordi non sono precisi - un'affermazione di Antonino Caponnetto secondo cui Giovanni Falcone cominciò a morire nel gennaio del 1988. Io condivido questa affermazione di Caponnetto [……]ripercorrendo queste vicende della sua vita professionale, ci accorgiamo come in effetti il paese, lo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di chiunque altro, cominciò a farlo morire il primo gennaio del 1988 […] 
Borsellino ricorda quindi le responsabilità di coloro che agli inizi del 1988 si erano attivamente impegnati per impedire che Giovanni Falcone venisse nominato capo dell’Ufficio istruzione di Palermo, succedendo a Caponnetto, e come lui avesse rischiato di essere sottoposto a procedimento disciplinare solo per avere denunciato alla pubblica opinione che il pool antimafia di Palermo era stato smobilitato e Falcone ridotto all’impotenza.
.. per aver denunciato questa verità io rischiai conseguenze personali gravissime, ma quel che è peggio, il Csm immediatamente scoprì qual era il suo vero obiettivo: proprio approfittando del problema che io avevo sollevato, Falcone poteva essere eliminato al più presto. E forse questo io l'avevo pure messo nel conto, perché ero convinto che l'avrebbero eliminato comunque; almeno, dissi, se deve essere eliminato l'opinione pubblica lo deve sapere, il pool antimafia deve morire davanti a tutti, non deve morire in silenzio. "

 da Il testo della commemorazione di Roberto Scarpinato in memoria di Giovanni Falcone e i sepolcri imbiancati dietro la strage

Umberto Romaniello



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Note:

Autonomia
In occasione dell'anniversario della strage di Capaci il procuratore Grasso rivela che non solo la Mafia aveva interesse nel bloccare l'attività della Magistratura.
24 maggio 2010
 Gianfranco Uber

Le recenti affermazioni del procuratore antimafia Grasso sulle stragi mafiose del '93 fanno ricordare il famoso "io so..." di Pasolini sul Corriere del 1974.
Con i dovuti aggiornamenti.
30 maggio 2010
Gianfranco Uber



PS:
PALERMO - Il gip di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha distrutto il 22 aprile 2013, le intercettazioni delle conversazioni telefoniche tra il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e l'ex ministro Nicola Mancino, registrate nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. (fonte)
ROMA - I pm di Palermo che indagano sulla trattativa Stato-mafia hanno citato come teste al processo, che si aprirà il 27 maggio in Corte d'assise, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. I testi citati dai pm sono in tutto 180. Nella lista figurano anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, l'ex capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, e l'ex pg della Cassazione, Vitaliano Esposito. La citazione di Napolitano, peraltro preannunciata nei giorni scorsi, come quella degli altri testimoni indicati dalla Procura, deve essere valutata dalla corte d'assise che celebra il processo e che deciderà se ammettere le citazioni. Oggi sono state depositate anche le liste testi del legale degli ufficiali dell'Arma Mario Mori, Giuseppe Dedonno e Antonio Subranni e dell'ex ministro Nicola Mancino.(17 maggio 2013)


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20 anni dopo
Giallo Napolitano


domenica 27 gennaio 2013

Giornata della memoria 2013




27 gennaio...
Tiziano Riverso





27 GENNAIO 2013: GIORNATA DELLA MEMORIA

MAUTHAUSEN..DACHAU...BIRKENAU...FOSSOLI...AUSCHWITZ....

Dietro i cancelli,
dietro i fili spinati
ci siete ancora tutti,
Fratelli!

Gridate aiuto
con l'anima
impressa negli occhi.

Voglio ascoltarvi,
incrociare il vostro sguardo,
abbracciare i vostri corpi
coperti
appena
da pigiami a righe...

Vi sento
e voglio continuare a sentirvi
a vedervi.

Dimenticarvi
è
ora
la vergogna più grande.
Lidia Taffurelli


27 January 1945-2013, to Remember
Paolo Lombardi - Toonpool


Se ancora non l’avete fatto, correte a leggere “La notte” di Elie Wiesel (La Giuntina). Lo rileggo, come mia personale tradizione, a ogni Giornata della memoria. Ora, sono dinanzi a questo brano: «Faceva giorno quando mi svegliai. Allora mi ricordai di avere un padre: dopo l'allarme avevo seguito la folla senza occuparmi di lui. Sapevo che era allo stremo delle forze, sull'orlo dell'agonia, eppure l'avevo abbandonato. Partii alla sua ricerca. Ma nello stesso istante nacque in me questo pensiero: "Purché non lo trovi! Se potessi sbarazzarmi di quel peso morto, così da poter lottare con tutte le mie forze per la mia sopravvivenza, occupandomi solo di me stesso". E subito ebbi vergogna, vergogna per sempre di me stesso».
Roberto Saviano



Day of selective memory
Marco Careddu







Oggi è la giornata della memoria. Ma per ricordare bisogna sapere
“Il campo di internamento di Solofra fu ospitato nel fabbricato sito in Via della Misericordia n. 2, e fu attivo dal ’40 (il primo documento pervenutoci porta la data del 5 luglio 1940), al 1943, allorquando, dopo l’arrivo degli Alleati, il campo perse ogni valore giuridico, ma continuò ad operare.
La sua capienza era di 50 posti letto, ma in realtà in esso furono ospitate in media 25 internate fisse, più internate di passaggio provenienti o destinate ad altri campi del Sud: Troia, Campagna, Ferramonti di Tarsia, Pisticci, Ustica, Lipari.
Da un documento del 4 febbraio 1943, risulta che in esso erano ospitate 26 prigioniere…“.
[Antonietta Favati, Le internate, Atripalda, Mephite, 2002]
Donne francesi, inglesi, russe, italiane, turche, olandesi, ex jugoslave, polacche, rumene, ebree, zingare, alcune sospette di “attività antinazionale”…
Questo in Irpinia, la terra dove sono nato; altri campi di internamento erano ad Ariano e Monteforte.
In tutta Italia erano un centinaio, distribuiti in tutte le regioni.
E non ne sapevamo niente, e chi sapeva (qualcuno doveva pur esserci) ha in fretta rimosso. Certo, erano strutture ben diverse dai campi del terrore, ma pur sempre luoghi in cui la libertà e la dignità delle persone venivano annientate.
Niente ci venne detto a scuola, niente in parrocchia; niente nei tanti venticinqueaprile, duegiugno, primomaggio; niente dalle istituzioni. E penso che così sia stato dappertutto, evitando che si formasse quella memoria che oggi ha tristemente bisogno di un giorno ad essa dedicato.
[segue su: http://www.veronainblog.it/wp/2013/01/27/oggi-e-la-giornata-della-memoria-ma-per-ricordare-bisogna-sapere/]



Pietro Vanessi



Il Pallido puntino azzurro

Da questo lontano punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi.

Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e cercatore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.

Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo. Quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino.

Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granello solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è altro posto, perlomeno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.

Che ci piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza che suscita umiltà e forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo.

Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro e di preservare e proteggere l'unica casa che abbiamo mai conosciuto. Questo pallido puntino azzurro.

– Carl Sagan, 1934-1996

Tradotta da Paolo Attivissimo
e disegnata da Zen Pencils


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Messaggio di Bertrand Russell ai posteri

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Memorial day
Enzo Apicella




un nodo alla coscienza
fabiomagnasciutti


Giorno della memoria
Marianeve Leveque

Merkel opens Roma Holocaust memorial in Berlin
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domenica 23 maggio 2010

23 maggio 1992 InCAPACI di dimenticare

http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/Capaci%20BLACK%20Low.jpg
Pietro Vanessi - Una Vignetta di PV


DOV'ERAVAMO...
(23 MAGGIODEL 1992)
ERO VICINO A SAN VITO, A CASA DI AMICI, POCO OLTRE LA TONNARA.
UN POMERIGGIO DI UN SABATO QUALSIASI, TRASCORSO A FAR CHIACCHIERE QUALSIASI,
DI FRONTE AUN PAESAGGIO QUALSIASI: IL GOLFO DI CASTELLAMARE.
ERAVAMO RIMASTI TUTTO IL TEMPO STRAVACCATI, DISPOSTI CON LE SDRAIO
A SEMICERCHIO A GURDARE QUEL PAESAGGIO COME QUALCOSA CHE SI CONOSCE DA TEMPO,
CHE PIACE SENZA RICHIEDERE ALCUNA ATTENZIONE PARTICOLARE.

[...]

LA VOCE DEL GIORNALISTA SAVERIO LODATO

STAVA DICENDO:

...GIOVANNI FALCONE
ERA UN ESEMPIO SCOMODO
PER TUTTI, MAGISTRATI E NO...


GIOVANNI FALCONE ERA UN ESEMPIO.


GIOVANNI FALCONE
ERA.

[...]
QUEI DUE SECONDI DI UN SABATO POMERIGGIO QUALSIASI
ERANO ENTRATI DENTRO DI NOI.
A VOLERLI CERCARE DEVONO ESSERE ANCORA LÌ,
CONSERVATI DA QUALCHE PARTE.

ROBERTO ALAJMO


http://3.bp.blogspot.com/_4VUP4xESfN8/S_kdr2qs9MI/AAAAAAAABlw/uBEiDXxyF6g/s400/s%27astore2.jpg
Marco Careddu GRAFFI DIGITALI


http://farm5.static.flickr.com/4040/4630407538_e3a720e206_o.jpg
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/

http://4.bp.blogspot.com/_xg1auuUN9Ac/S_hE01S-i5I/AAAAAAAADRY/nd3o0x6qZbk/s400/Falcone.jpg
23/5/1992
Mauro Patorno http://mauropatorno.blogspot.com/

http://4.bp.blogspot.com/_966Yt4MyBDA/S_oC3ooVpRI/AAAAAAAABMw/PPYKM8xL_Yg/s1600/v1539.JPG
Paride Puglia PUNCH

Dov'eravamo... (23/05/1992)


Oggi lavucciria.net ricorda Giovanni Falcone nell'anniversario della strage di Capaci.

Quanti fra voi ricordano cosa stavano facendo il 23 maggio del 1992? Tutti sicuramente ricorderanno cosa è successo quel triste giorno (il cui anniversario ricade proprio oggi), ma quanti saprebbero dire cosa stavano facendo nel preciso istante in cui hanno saputo dell'avvenuta strage di Capaci? La Storia non va mai dimenticata. Anzi, va ricordata e tramandata. Magari con la più grande vucciria possibile... a Giovanni Falcone (18 maggio 1939 - 23 maggio 1992), morto per noi
(cliccando sull'immagine il contributo completo del nostro Lobo più tutti gli altri contributi raccolti anche in uno sfogliabile di 30 pagine)

VADELFIO


Accolgo l'invito a ricordare degli amici della Vucciria:
non posso dimenticare ...
facevo assistenza ad una cara persona molto malata ( sarebbe mancata dopo un mese) che amava guardare quello che succedeva nella nostra cara Italia ...
ricordo ancora lo scuotere della testa e le lacrime che scendevano sulle gote con un senso di impotenza ...
impotenza che dopo 18 anni è ancora lì insieme ad un enorme rammarico di non aver ancora visto neppure la fine dell'inchiesta.


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Capaci. di ricordare. dal blog di Riciard's