Visualizzazione post con etichetta Tunin S.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tunin S.. Mostra tutti i post

sabato 8 marzo 2014

8 marzo, una mimosa per le donne... ma anche no!


Timeless, ageless filled with love. På Internationella Kvinnodagen! Publiceras i Sydsvenskan idag.
From left: Figure of venus (Giacometti) 1956. Venus from Milo ca 130 - 100 BC. Venus from Willendorf ca 24000- 22 000 BC.
Riber Hansson
Teresa Mattei
di Marilena Nardi

“E sono fiorite le mimose. E divampano sulle prode, le chiudende e gli orti di riviera. Procaci, smargiasse, caste come il disegno di un bambino, profumano come delle puttane, fragili al primo sussulto del vento, invadenti, infestanti. Mandano in visibilio le mimose in fiore, ti friggono gli occhi come una mossetta di Marylin Monroe che si scuote i capelli, ti arrampichi sui muretti per prenderne una rama, pronto a cadere, pronto a rubare come faresti per un suo bacetto anche solo involato da lontano. Consolano le mimose in fiore, come le fossette di una bambina che si è appena svegliata, come un cannolo alla crema con la crema che ti schizza sul labbro. E mi ricordano le mimose in fiore la compagna Teresa Mattei, ti mando un bacio comandante Chicchi, la ragazza madre che si alzò in piedi alla Costituente e non se ne ristette fin quando non fu aggiunta la parolina “di fatto” all’articolo 3 punto 2 di questa nostra Costituzione, che in tal modo recita: "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini...." Non fosse che per questo, questo giornale le assomiglia. È già, espulsa da tutte le scuole del regno per antifascismo, espulsa dal PCI per antistalinismo. Fu lei, che non avendo una lira in tasca per un po’ di garofani, prese rame di mimose più che poté, perché le donne se ne adornassero nel giorno della loro festa, e della loro battaglia.” 
Maurizio Maggiani, da “Vivario”, Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 24/2/2014


Rappresentazioni
Mauro Biani


Festa
CeciGian

Say No and unite to End violence against women!
Firuz Kutal
Say No and unite to End violence against women! 04 Mar 2014

Tiziano Riverso
Tiziano Riverso


Women's day throughout human history
Bernard Bouton
Mrs Newton suddenly coming up with the apple pie recipe 07 Mar 2014


Woman's Occasion
Sergei Tunin
Woman's Day 03 Mar 2014


days of self-deception
E L E N A . ospina
less holding... more thought 08 Mar 2014


International Women's Day
By Kap, Spain - 3/8/2014


8 marzo
Oderzo Inquieta


Journèe de la Femme
Ballouhey P.


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Giannelli - Corriere della sera


8 MARZO 2014
----------
L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa ricorrenza QUA:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giornata_internazionale_della_donna
-----------
La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
http://www.flickr.com/photos/moisevivi/12997776765/
-----------
…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2014/03/07/8-marzo-2014/
Moise


SERGIO STAINO

Donna e Dudù

Tra Camera e Senato ci sono quasi 300 donne parlamentari. Confidiamo che tutte quante si asterranno dal votare la legge elettorale se questa si presenterà senza parità di genere. Non c’è molto da girarci attorno: se non ora quando? Può solo esserci una spiegazione alla mortificazione di questa legge: i soliti uomini hanno già in mente i maschi che siederanno su quelle poltrone. Che siano già tutti programmati per fare la parte dei burattini manovrabili che le femmine invece hanno rifiutato? Se così fosse abbiamo un motivo in più per pretendere la parità dei generi: se non ora quando?
Ho scorso tra il serio e il faceto una carrellata di pubblicità degli anni ’50 tutte rivolte al compiacimento (tra manicaretti, saponette e reggicalze/seni) delle mogli nel soddisfare i mariti. I commenti riportavano l’orrore dell’epoca. Siamo sempre pronti a sbertucciare o commemorare il passato, ma siamo sempre in ritardo per occuparci del presente.
Nel privato è la donna moglie e madre che s’occupa della famiglia 24 ore pro die come nessun altro componente e nel mentre porta pure a casa uno stipendio. E’ la donna, a parità di lavoro con l’uomo, che guadagna stipendi inferiori. E’ la donna che è licenziata per prima. E’ la donna che viene massacrata di botte, stuprata, schiavizzata, comprata e venduta. Nel pubblico è la donna a patire per prima tutte le vessazioni delle leggi ingiuste nei campi principali: istruzione, sanità, politiche per la famiglia. Chi ci rimette, infatti, per la carenza vergognosa delle strutture e dell’assistenza sociale? Chi, se non ancora la donna, subisce e patisce vere e proprie torture per le storture della famigerata legge 40 che gli uomini hanno avuto il coraggio di definire “fecondazione assistita”?!
Altro che “Donne du-du-du”. Specialmente nel nostro Paese una donna è molto, ma molto meno considerata del barbocino d’Arcore.
7 marzo 2014


8 MARZO 2014
La questione della parità di genere fa ritardare l'approvazione della nuova legge elettorale.
Allo studio una soluzione definitiva.
Uber


---------------------------------------------------------------
 Ti può interessare anche :

8 marzo, gli auguri di Agim Sulaj


martedì 10 settembre 2013

5-6 sett 2013 - G20 summit a San Pietroburgo

"Someone should intervene..."
"Qualcuno dovrebbe intervenire"
by Bob  07-09-13 The Telegraph


Spettatore d'eccezione del Summit G20  di San Pietroburgo Assad, in diretta TV.
Il vertice del G20 si è concluso con aspre divisioni riguardo un possibile intervento militare in Siria.  Vladimir Putin ha ribadito la sua opposizione a qualsiasi offensiva, dicendo che sarebbe destabilizzare la regione. Ma il presidente Barack Obama ha ribadito che l'azione è necessaria a seguito di un attacco di veleno-gas presunta che ha ucciso più di 1.400 nei sobborghi di Damasco, il 21 agosto. Guarda il video qui.
La vignetta
La vignetta di Bob dal The Telegraph mostra il presidente siriano Bashar al-Assada guardare il vertice del G20 in diretta TV. I leader mondiali stanno combattendo. Obama è frugando Putin negli occhi, e il leader russo strozza David Cameron . Il presidente francese François Hollande guarda le fiamme salire dietro di lui.  Assad commenta: "Qualcuno dovrebbe intervenire ...". L'ironia dovrebbe essere ovvia.

domenica 23 dicembre 2012

Depardieu lascia la Francia

L'attore Gérard Depardieu si è trasferito in Belgio per sfuggire alla tassa del 75 per cento imposta da Hollande sui redditi più alti. Il governo rischia di dover pagare il conto delle polemiche.
Le Monde


Petar Pismestrovic
Depardieu s'installe en Belgique, à deux pas de la frontière.
Deligne 


 Depardieu...
Damien Glez 



Gerard Depardieu
Sergei Tunin
French actor Gerard Depardieu is going to be a russian actor for tax reasons 18 Dec 2012


Un monstre (un peu moins) sacré

Gérard Depardieu est officiellement devenu résident belge - autrement dit, exilé fiscal. L'acteur et homme d'affaires, dont la fortune n'est pas connue avec exactitude (le site "Riches et célèbres" l'estime à 85 millions d'euros), a pris ses quartiers dans la commune de Néchin, connue surtout pour abriter également la famille Mulliez (Auchan).
Dessin de Sondron paru dans L'Avenir
 Dessin de Cécile Bertrand, Belgique


Il presidente francese François Hollande e l'attore Gérard Depardieu: "Non sopporto più Astérix!"


Lettera aperta inviata dall’attore Gérard Depardieu a Jean-Marc Ayrault- il primo mi­nistro francese che l’ave­va definito «miserabile» ­e apparsa sul Journal du Dimanche:




     Sono nato nel 1948, ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni come tipografo, come magazziniere e poi come artista drammatico.
Ho sempre pagato le tasse e le imposte, di qualsiasi aliquota e di qualsiasi Governo.
In nessun momento non ho ottemperato ai miei doveri.
I film storici che ho interpretato, sono la testimonianza del mio amore per la Francia e per la sua storia.
Personaggi più illustri di me sono stati esiliati o hanno abbandonato il nostro Paese.
Sfortunatamente non ho più nulla da fare qui, ma continuerò ad amare i francesi e il pubblico con cui ho condiviso molte emozioni!

Parto, perchè considerate che il successo, la creazione, i talenti, in pratica la differenza, debbano essere sanzionati.
Non chiedo approvazione, ma potreste almeno rispettarmi. Tutti coloro che hanno lasciato la Francia, non sono stati insultati come il sottoscritto.
Non devo giustificare le ragioni della mia scelta, che sono tante e intime.

Parto dopo aver pagato, nel 2012, l’85% di imposte sul reddito. Ma voglio conservare lo spirito di questa Francia, che era bella e che spero lo resterà.

Vi restituisco il mio passaporto e la mia tessera della mutua, di cui non mi sono mai servito.
Non abbiamo più la stessa patria, io sono un vero europeo, un cittadino del mondo, come mi ha sempre inculcato mio padre.

Trovo miserabile l’accanimento della giustizia nei confronti di mio figlio Guillame, giudicato da Giudici che l’hanno condannato, quando era ancora un ragazzo, a 3 anni di prigione per 2 grammi di eroina, quando molti altri venivano risparmiati per reati ben più gravi.

Non condanno tutti quell che hanno il colesterolo alto, la pressione alta, il diabete, quelli che bevono troppo alcol o che si addormentano sul loro motorino: sono uno di loro, come i vostri cari media amano sempre ripetere.

Non ho mai ammazzato nessuno, non penso di avere dei demeriti, ho pagato 145 MILIONI di € di imposte in 45 anni, ho dato lavoro ad 80 persone nelle aziende che sono state create per loro e gestite da loro.
Non sono qui per lamentarmi, né per vantarmi, ma rifiuto il termine “miserabile”.

Chi siete voi per giudicarmi così, glielo chiedo signor Ayrault, primo Ministro del signor Hollande, vi chiedo, chi siete voi?

Malgrado i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un essere libero, signore, e non voglio essere maleducato.

Gérard DEPARDIEU

  LINK:
Gérard Depardieu : "Je rends mon passeport"

giovedì 30 agosto 2012

Assange nell'ambasciata dell'Ecuador

FRG use only. afr illo.
David Rowe illo julian assange, wikileaks, ecuador, britain, asyum

Washington, 24 ago. (Adnkronos/Dpa) - L'Ecuador si scaglia nuovamente contro l'"arroganza" britannica in merito alla vicenda di Julian Assange. In occasione della riunione di emergenza dell'Oas, l'Organizzazione degli Stati americani, chiesta dall'Ecuador, il ministro degli Esteri Ricardo Patino ha bollato come "volgari minacce" l'atteggiamento del Regno Unito. In precedenza, le autorita' britanniche avevano affermato di essere pronte a fare irruzione all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove il fondatore di Wikileaks ha trovato rifugio a giugno, per poterlo arrestare ed estradare in Svezia. Solo 12 ministri degli Esteri su 34 erano oggi presenti alla riunione di Washington. fonte Androkonos



remember Pinochet, her majesty?
Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Her majesty is a pretty nice girl but she doesn't have a lot to say. Oh, those happy days in which Thatcher was hidding the genocide Pinochet, protecting with the political assilum all those murders committed by him under the name of the union Jack and her majesty. well, it seems that the assange attack to the neoliberal system is more despicable than the thousands of murders in Chile.hmmm...good for Ecuador. 17 Aug 2012

ASSANGE
Gianfranco Uber
The Ecuador gives asylum to Assange but London does not give up. How Britain will violate the Embassy of Ecuador without committing an abuse of international law? 17 Aug 2012

Se veramente Londra intende violare l'ambasciata Ecuadoriana c'è da chiedersi se è veramente Assange il Pericolo Pubblico

Paul Zanetti

“Esci con le mani in alto, Assange. Sappiamo che sei lì!”


L’Ecuador ha deciso di concedere l’asilo politico a Julian Assange. Dal 19 giugno il cofondatore di WikiLeaks si era rifugiato nell’ambasciata del paese sudamericano a Londra per sfuggire alla sua estradizione in Svezia. La giustizia svedese vuole processarlo per stupro e aggressione sessuale e Assange aveva chiesto asilo politico all’Ecuador dopo aver esaurito tutti gli appelli contro il mandato lanciato da Stoccolma.



Hunt
Sergei Tunin
Hunting for Julian Assange in London 16 Aug 2012


The big bulldog
Emilio Agra
. 20 Aug 2012


That`s why they want Assange

Emilio Agra
An old pitch, but necessary today. 20 Aug 2012



Assange is all an star.

Arcadio Esquivel
Many countries are asking for Assange, the justice requires him in courts. 21 Aug 201


Assange as a mouse
 By Riber Hansson, Sweden - 8/18/2012


Escudo Protector
 By Petar Pismestrovic, Kleine Zeitung, Austria - 8/26/2012


Cameron y Assange 
By Rainer Hachfeld, Neues Deutschland, Germany - 8/20/2012


Julian Assange a la embajada 
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 8/20/2012

 Asssange si affaccia al balcone
 Dave Brown -The Indipendent


Jan Erik Ander


Jan Erik Ander

il grande bluff...
Tiziano Riverso



SECURED LEAKS
Gianfranco Uber
Sweden pursues the protection of secure relationships 21 Aug 2012


unmasked
Rafael Carrasco (Lucas)
Wikileaks unmasked ugly true secrets 20 Aug 2012

17ago2012
Il cardinal Assange

Nel 1948, nel nuovo assetto politico dell’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale, il primate d’Ungheria cardinal Joszef Mindszenty fu arrestato e condannato all’ergastolo per cospirazione antigovernativa anticomunista. Per otto anni rimase dapprima in carcere, e poi agli arresti domiciliari.

Durante la rivolta del 1956 si rifugiò nell’ambasciata americana, e gli Stati Uniti gli concessero asilo politico. Non poté partecipare ai conclavi del 1958 e del 1963, e rimase confinato in ambasciata anche dopo l’avvento della distensione e della Ostpolitk, per testimoniare con la sua detenzione la contrapposta concezione dei diritti umani in Occidente e oltre Cortina.

Solo nel 1971 accettò di andare in esilio in Vaticano, ma rifiutò di rinunciare al primato ungherese. Nel 1973 fu dimesso d’ufficio da Paolo VI e si trasferì a Vienna, dove morí due anni dopo. Dal 1996 è in corso il processo per la sua canonizzazione.

Mezzo secolo dopo le vicende del cardinale, e nel nuovo assetto politico mondiale seguito alla caduta del Muro di Berlino e allo scioglimento dell’Unione Sovietica, un caso analogo sta attraendo l’attenzione dei media e la solidarietalà degli attivisti per i diritti umani.

A contrapporsi, questa volta, non sono più l”Est e l’Ovest, ma il Nord e il Sud del mondo. A voler limitare le libertà non è più l’Ungheria comunista, ma una triplice alleanza capitalista tra Stati Uniti, Inghilterra e Svezia. E a difendere i diritti del coraggio e della trasparenza, con la concessione del rifugio e dell’asilo politico, non è più l’ambasciata statunitense in Ungheria, ma quella ecuadoriana in Inghilterra.

Quest’ultima è stata addirittura minacciata di violazione territoriale, dagli eredi del Terzo Raj. La minaccia, giustamente bollata come “coloniale” da parte dell’Ecuador, travalica limiti di decenza che neppure l’Unione Sovietica aveva mai osato valicare.

Dove stiano le ragioni, e dove i torti, lo si sapeva allora, e lo si sa oggi. Auguriamo a Julian Assange di non dover patire tanto a lungo quanto Joszef Mindszenty, e di poter tornare presto a reiterare il benemerito “crimine” di cui è accusato: l’aver mostrato al mondo intero che i nostri governi sono nudi.
Piergiorgio Odifreddi