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martedì 4 febbraio 2014

Philip Seymour Hoffman

by Inky John
 Hollywood è sotto shock: Philip Seymour Hoffman, il premio Oscar come miglior attore, per Capote, è stato trovato morto.

Nato nel 1967 in una famiglia middle class nello stato di New York, Philip Seymour è diventato famoso negli anni Novanta con film come Happiness, Boogie Nights e The Big Lebowski. L’Oscar di Capote era arrivato nel 2006, in aggiunta al quale l’attore aveva collezionato nomination come non protagonista per Charlie Wilson’s War, Doubt e The Master. Fin da ragazzo aveva voluto fare l’attore dopo aver visto a 12 anni una produzione locale di «All My Sons»: «Fu l’esperienza che mi cambiò per sempre», aveva raffrontato in una intervista al New York Times: «Un miracolo. Ma questo tipo di amore così profondo per lo spettacolo ha un prezzo: recitare è una tortura perché è sai che è una bellissima cosa. Desiderarla è facile. Cercare di essere grande, questa è la tortura».

Jim Carrey lo ricorda: «Caro Philip, bella, bellissima anima. Per i più’ sensibili tra noi il rumore può essere troppo».
(fonte)
Philip Seymour Hoffman, mientras oía la noticia... un boceto en su homenaje.
Omar Zevallos



Felipe
Tomas Serrano


Seymour Hoffman
Jaime Ortega




Philip Seymour Hoffman !
by
Marian Avramescu



Philip Seymour Hoffman(2008)
XAVI (Xavier Salvador)




Phillip Seymour Hoffman 
 EDYPerazzoli


Hoffman obit
By Milt Priggee, www.miltpriggee.com - 2/3/2014

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Links:
An Actor Who Made Unhappiness a Joy to Watch
 http://it.wikipedia.org/wiki/Philip_Seymour_Hoffman
Philip Seymour Hoffman obituary

venerdì 21 gennaio 2011

Clint Eastwood

L'uscita del nuovo film di Clint Eastwood,  Hereafter , ha ispirato una nuova caricatura al grande Petar Pismestrovic....



Clint Eastwood
By Petar , Kleine Zeitung, Austria - 1/10/2011

....ne aveva già fatta un'altra bellissima qualche anno prima:


clint eastewood
By Petar Pismestrovic, Kleine Zeitung, Austria - 1/26/2005

Il film nelle sale non ha unificato i consensi
chi ne parla benissimo e chi lo stronca... d'altronde Clint ci aveva abituato a degli standard molto alti.
Riporto l'opinione del professore Ferdinando Camon a tal proposito

L'Aldilà di Clint Eastwood

"Avvenire" 11 gennaio 2011


Per chi scrive libri, il film è un’opera d’arte che gode di un favore iniquo. Un libro nuovo, appena esce, va allo sbaraglio della critica per sei-sette mesi, se è mediocre o sbagliato vien fermato, non arriva al successo. Il film funziona in tutt’altro modo. Anche un film mediocre o sbagliato può essere lanciato come un capolavoro, ancor prima che esca sugli schermi. In una settimana rastrella tutti i soldi che è costato. Dopo una settimana, la critica lo inquadra e lo giudica. Ma è tardi, ormai il successo è incamerato.
Sono andato a vedere Hereafter di Clint Eastwood con in testa giudizi irresistibili: Clint più invecchia più sforna capolavori, toccati gli ottant’anni ci regala il suo capolavoro assoluto, stavolta lancia uno sguardo sull’aldilà, vede qualcosa che nessuno ha mai visto, ce lo racconta con parole-immagini turbate-commosse, insinua il dubbio che qualcosa c’è, anche chi non crede esce dal cinema con l’idea che la morte non è la fine.
Prenoto il posto, non vorrei restar fuori. La prenotazione costa, ma è una buona idea, se tardavo di un quarto d’ora non potevo più entrare. È un multisala, la sala riservata a Clint è la più grande e la più contesa, quella dei film-evento. Mi siedo, guardo il pubblico: spettatori raffinati, non vedo bicchieroni di pop-corn. Sono sicuro, tutti richiamati dai giudizi: 370mila italiani già corsi a vederlo in 4 giorni, la scena iniziale dello tsunami vale da sola un Oscar per gli effetti speciali, sono tre storie ma finiscono in una, il tema è un particolare aspetto dell’aldilà, più esattamente noi e i morti, come noi vediamo i morti ma anche come i morti vedono noi. Poiché tutti abbiamo dei morti, è un film che ci chiama in causa tutti.
Silenzio, comincia. Lo tsunami ha l’apocalittica violenza delle catastrofi bibliche: spiaggia brulicante di vita, l’Oceano si ritira come per prendere la rincorsa, ritirandosi scopre il fondo, poi costruisce una muraglia liquida alta come una città e la scaraventa sulla costa. Via un’ondata sotto un’altra. Le ondate sbattono sulle costruzioni e le sradicano, poi scorrono per le vie trasportando auto, tavoli, ringhiere, frigoriferi, tutto. Le riprese son girate da sopra l’acqua e da sotto. La giornalista francese protagonista della prima storia va sotto, e sotto si sente il crac di una massa nera che le sbatte sul cranio. Poi lei resta inquadrata come attonita. È il tempo fra il di qua e il di là. C’è un medium americano che ha il potere, lui dice la maledizione, di entrare in questo tempo, collegarsi con i morti, sentire le loro parole, e dircele. Un bambino inglese di 9 anni è figlio di una tossicodipendente, ha un fratello, godono quando la madre li manda a prendere una sostanza che (loro consultano Google) contrasta l’eroina. Vuol dire che sta guarendo. Ma dalla farmacia il piccolo non torna, un’auto l’ha travolto. Il fratellino vorrebbe collegarsi con lui, sentirlo parlare. Il medium si presta. È il momento di massima penetrazione di Clint nello spazio dell’aldilà. L’aldilà appare per lampi e squarci, è più detto che visto. Ma è l’aldilà dei medium, dove si muovono fantasmi proiettati dal di qua. La cosa più importante che il fratellino morto dice al fratellino vivo è: «Non mettere più quel berretto, è mio». Un aldilà onirico, non metafisico. Incuriosisce, non interessa. Tanto meno un cattolico. Non interessa neanche i protagonisti, medium e giornalista francese, che infatti si mettono d’accordo per vivere insieme nel di qua, felici e contenti. «V’è piaciuto?» chiedo agli spettatori che s’alzano in piedi intorno a me. Rispondono: «Lo tsunami». Ma quella non è arte, è professionalità. Il film rivela un’ambizione immensa, ma inane. Se questo è ciò che Clint ha da dirci sull’Aldilà, tra ascoltarlo e non ascoltarlo non fa differenza.
Ferdinando Camon

e colgo l'occasione di aggiungere qualche altra caricatura quella dell'amico peruviano Omar Zevallos  e quella di Kruger e di Xavier

[Clint+Eastwood+(chico).jpg]
Il Clint Eastwood di Omar Zevallos
http://www.sportcartoons.co.uk/caricatures/clinteastwood.jpg
di Sebastian Kruger



Gran Torino by Clint Eastwood
Xavier Salvador
PS: non sono ancora riuscita personalmente a vedere il film ma gradirei il vostro parere nei commenti ...grazie! https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_PlXyBDnCh4tDBjSt-WAvBWCtx-piwNPXi3e_Q8QMtBW9_IG8KNhSE0OHrCP26LOmowB4PWlNCE-4sNFAiISsg_y3mibOjyNWEXvDlq3XEmNyIgP3q-ub8xLKZeo5xn3N5mYBsi1JP5U/s1600/fany-wink.png

domenica 9 agosto 2009

caricature : Premio de Caricaturas de Eix



Esta caricatura hecha con lápices de color, está participando en España, por el Primer Premio de Caricaturas de Eix, cuyo tema es, celebridades y actores famosos.

Las caricaturas participantes están aquí: http://www.eixcomerciallleida.com/humoreix/en/caricatures.php
Publicado por omar
Etiquetas: caricatura, Clint Eastwood, Eix, España


Bella la caricatura di Omar Zevallos che ha spedito in Spagna all'Eix

ma il vincitore è

Francesc Xavier Salvador Ramisa qui sotto













Difficile scegliere tra tutte queste 136 opere .
le potete osservare ingrandite QUI