venerdì 11 marzo 2011

Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia

Si è appena conclusa a Roma la mostra Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia con la quale l'Istituto Nazionale per la Grafica ha chiuso le celebrazioni del 35° anno della fondazione.
  Curatrici della mostra le dottoresse Antonella Sbrilli e Ada De Pirro con la consulenza di nomi illustri nel panorama enigmistico tra cui Stefano Bartezzaghi e Franco Diotallevi.
Proprio negli ultimi giorni di apertura sono riuscita a visitarla. Cornice stupenda la fontana di Trevi.
Per dare l'idea dell'intreccio di 5 secoli di storia tra arte ed enigmi le due curatrici, Antonella Sbrilli e Ada De Pirro, hanno compiuto scelte precise, orientandosi alla storia del rapporto fra arte e rebus, e selezionando per la mostra opere, in originale o in facsimile, di particolare interesse.
(cliccare sulle immagini per ingrandire)


Il percorso della mostra si apre con l’accostamento di due dipinti: il Ritratto di Lucina Brembate di Lorenzo
Lotto, 1518 circa, e Personaggio in grigio di Osvaldo Licini, 1944. In entrambi, la luna è unita a delle lettere per suggerire un nome (Lucina) o una serie di parole potenziali, in uno scambio fra figure e lettere, fra visibile e leggibile.

 Sotto il particolare della luna con i grafemi CI classico rebus ad incastro.

 
 

Accanto ai rebus veri e propri, la mostra allinea rebus spuri, opere che adottano la cifra del rebus dentro un contesto altro, artistico, e lì spesso il depistaggio sta nell’illudere lo spettatore che il rebus sia risolvibile e invece è solo uno stilema: si allude all’enigma ma non lo si costruisce. Un esempio per tutti: il Personaggio in grigio di Osvaldo Licini, un dipinto del 1944 esposto astutamente davanti al quadro del Lotto, e anche Licini dipinge una mezzaluna che contiene in sé una lettera - la forma è una G - e sul corno della luna-G si erge un omino, ma il rompicapo è irresolubile, perché non esiste. C’è solo «la pura assonanza con la forma del rebus», commenta Antonella Sbrilli, curatrice della mostra con Ada De Pirro.


Più di più di cento opere tra disegni, incisioni, dipinti, libri, riviste, video, propongono un percorso originale nei rapporti fra arte e rebus in Italia.
Il percorso si snoda attraverso i rebus disegnati da Maria Ghezzi Brighenti per “La Settimana Enigmistica”, ripresi dai pittori della Pop Art italiana, le imprese del Rinascimento; i rebus per i ventagli incisi da Stefano Della Bella, e quelli sulle riviste ottocentesche; i rebus politici del Risorgimento e i graffiti metropolitani; passando per il ritratto di Lucina Brembate di Lorenzo Lotto, i Bagni misteriosi di De Chirico, i rebus filmati nei video d'artista, le pagine antiche con sonetti in forma di rebus, le poesie visive che permettono una doppia lettura.
Una selezione di opere di artisti contemporanei infine, mostra in che misura il rebus sia presente in opere che sono da vedere, da leggere e da indovinare.




Stefano Della Bella (1610 - 1664)
Rebus sull'amore, 1647-49,
acquaforte e bulino
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
Soluzione: Ove è Amore è fedeltà – Amor solicito e segreto – dove è Amore è gelosia – Amore è cieco e vede di lontano – Amore passa il guanto e l’acqua li stivali – Amor, Amore tu sei la mia rovina (numero 6 gli ami e edificio diroccato).



Ma cos'e' un rebus? Un piccolo enigma da decifrare, un disegno che nasconde una frase, un passatempo. Un gioco. Eppure questo gioco ha una storia antica che, a ripercorrerla, rivela molte sorprese: nel passato grandi artisti hanno elaborato rebus, da Leonardo da Vinci con le sue cifre figurate (presentate in un video e riprese anche da artisti contemporanei) agli incisori Stefano Della Bella e Giuseppe Maria Mitelli.
Anche gli egiziani li facevano, qualcosa come tremila anni fa, e all’occorrenza se ne servivano. Così il re Namer metteva come firma, forse per far confondere i sudditi, un pesce (nar) e uno scalpello (mer).
Leonardo li chiamava cifre figurate. E ne inventava a iosa. Un colle associato a dei pifferi, nella grafia dell’epoca s’intende (“col” e “piferi”), parlava i “colpi feri”, insomma colpi feroci, forse omicidi, di probabili mischie o battaglie. Malgrado il peso di Leonardo, come denominazione invalse alla fine rebus. Che si vuole attribuire al latino: l’ablativo di res (cosa) per significare un concetto  che può essere espresso tramite delle cose. Etimologia che ad alcuni fa storcere la bocca, perché convinti che la radice si trovi piuttosto tra antichi vocaboli francesi o tedeschi.



Giuseppe Maria Mitelli (1634 – 1718)
Ventaglio per le mosche, 1693,
acquaforte, bulino
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
volume 34 I 23 Fondo Corsini
Fra le chiavi di rebus: Vento-aglio perle mosche; oche gran (o che gran)




Giuseppe Maria Mitelli (1634 – 1718)
O che gran caso, 1686,
acquaforte, bulino
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica
volume 34 I 23 Fondo Corsini
Il titolo O che gran caso viene raffigurato da un rebus con le oche, una spiga di grano, le forme di cacio




Attualissimo il rebus di Agostino Carracci qui sotto

Agostino Carracci (1557 - 1602)
Ogni cosa vince l'oro
acquaforte
Roma, Istituto Nazionale per la Grafica, dal volume 34 H 7 Fondo Corsini
La frase del titolo, che spiega la scena in cui un vecchio compra i favori sessuali di una donna, è espressa in forma di rebus, con oggetti che vanno letti in dialetto bolognese: ognie (unghia) per ogni, cossa (coscia) per cosa, vin, da aggiungere alla C, a L’ e all’oro.







L’Ottocento dei moti popolari, delle costituzioni e del Risorgimento rivive in un drappo del 1846.
In mostra è visibile per la prima volta, restaurato per l’occasione, il grande drappo con un lungo rebus dedicato a Pio IX per l’amnistia concessa nel 1846.




Il drappo papale Drappo con epigrafe-rebus
Esposto durante i festeggiamenti in onore di Pio IX che aveva concesso l’amnistia nel 1846
tempera su mussolina bianca
Roma, Museo Centrale del Risorgimento
Soluzione: Corone a Pio che messa via l’ira poté torre ala prigione o riportare d’estranei paesi ala casa numerose vittime papa vero è scritta su un cartellino che si trovava sul retro del drappo (Spiegazione del Rebus delli 8 7bre 1846)



.



un rebus di Tano Festa

Una sorpresa piu' recente e' la presenza delle vignette della celebre rivista 'La Settimana Enigmistica', disegnate dall'illustratrice milanese Maria Ghezzi (la Brighella), nella pittura italiana degli anni Sessanta e Settanta, in particolare nelle opere di Renato Mambor e Tano Festa.
Maria Ghezzi (la Brighella) ne esce finalmente valutata come artista e non semplicemente disegnatrice di rebus.

La vera novità, tuttavia, consiste nella scelta di esporre rebus tout court: le tavole originali di Maria Ghezzi, eseguite a china su cartoncino, sono ora intese come opere d’arte propriamente dette, raffinati lavori di grafica che nascondono un gioco, hanno un valore aggiunto.


Maria Ghezzi, la Brighella, Incantar  i debitori, frase di Beta.
Proprietà La Settimana Enigmistica





Paolo Fai Venerdì, 07 Gennaio 2011
Ah, che rebus! Così si intitola una mostra, assai curiosa, che dallo scorso 17 dicembre 2010 si tiene a Roma, a Palazzo Poli, e che resterà aperta fino al prossimo 8 marzo. Il sottotitolo, "Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia", chiarisce che il rebus non è solo passatempo per enigmisti, ma "uno scherzo d'artisti, un arcano araldico, un divertimento scientifico ('le cifre figurate' elaborate da Leonardo, per esempio)". Così scriveva Maria Giulia Minetti su "La Stampa" dello scorso 21 dicembre. E, poco dopo, si chiedeva: "Ma intanto, scusate, perché questo tipo di gioco tra natura e scrittura, tra mimesi e simbolo si chiama 'rebus', adottando come nome l'ablativo plurale del sostantivo latino 'res' che significa 'cosa'? Sul catalogo bello e dotto della mostra (Mazzotta editore) si occupa della questione Franco Bosio. Tra le spiegazioni proposte: rebus perché si tratta di un discorso fatto con le cose (complemento di mezzo, in latino si rende con l'ablativo), non con le parole [insomma, una variante dei geroglifici, della pittografia - nota mia]; rebus come corruzione del francese 'à rebours', a rovescio, e sarebbe un'allusione ai depistaggi contenuti nelle immagini (Bosio: "Il rebus trasmette il suo messaggio nascosto... attraverso una o più figure che non significano mai quello che rappresentano apparentemente'). A sostenere questa seconda tesi il piemontese 'alla rebusa', alla rovescia appunto".
E' stato risolto il rebus sul rebus dalle parole della Minetti, o qualcuno degli amici del forum ha altre soluzioni?
Cari saluti
Paolo Fai





Le atmosfere metafisiche dei Bagni misteriosi di Giorgio De Chirico dialogano sia con le vignette dei rebus moderni sia con dipinti, video, disegni contemporanei legati all’enigma.

 I “Bagni misteriosi” di Giorgio De Chirico, con le ormai 
classiche atmosfere metafisiche, incuriosiscono il folto ed attento gruppo di visitatori.




 I rebus dell’Ottocento, con le loro lettere animate, sono accostati agli esperimenti futuristi, come nel disegno Marinetti ferito dei fratelli Cangiullo.




Il meccanismo del rebus è presente in molti titoli di opere contemporanee e spesso il gioco avviene fra titolo, opera, materia e tecnica. E ancora, il rebus è lo spunto di poesie, come quelle di Edoardo Sanguineti interpretate in alcune opere grafiche presenti in mostra. Si ritrova nei video come tecnica di narrazione, nei graffiti sui muri, come esca che attira lo spettatore.

Ma è anche enigmistica

 


Senza dimenticare che il rebus è enigmistica, approdato e celebrato da decenni in una rivista settimanale specializzata, che vanta di aver subìto oltre cinquecento tentativi di imitazione. Quella “Settimana enigmistica”, con le vignette della disegnatrice milanesi Maria Ghezzi (in arte Brighella), riprese appunto sulle tele di artisti affermati negli anni Sessanta e Settanta.
Maria Ghezzi
Pianta di Vienna
china su cartoncino
autore della frase I. Fiocchi (1987)
proprietà La Settimana Enigmistica

Maria Ghezzi
Una trentina d'anni fa frase di Brighenti (1970)

Pignotti, Ex libris, 1971



“Cercando di te in un vecchio caffè ,ho visto uno specchio e dentro ho visto il mare e dentro al mare una piccola barca per me… Ah che Rebus!”

Le parole di questa canzone di Paolo Conte ha dato il nome alla mostra “Ah che rebus!”, a Palazzo Poli.

E Paolo Conte non si è limitato ad ispirare il titolo della rassegna ma ha dato anche lui il suo valido contributo: un rebus inedito.


Paolo Conte
Rebus (nome storico: 8 - 2 - 4), 2010,
stampa digitale e pennarello nero su carta
collezione privata
Le carte da gioco contrassegnate dalla lettera A (tutti re e assi) fanno un full degno di complimenti; dunque, seguendo l’indicazione del diagramma: Fan full A da lodi, seconda lettura Fanfulla da Lodi










La solitudine degli enigmisti

La cornice della mostra è davvero suggestiva, palazzo Poli e la fontana di Trevi sono tutt'uno ma io non ero emozionato per questo bensì per avere una guida unica, il vulcanico Tiberino, collezionista ed espertissimo in materia e mi sono reso conto che senza la sua passione e le sue competenze non avrei compreso pienamente ciò che i curatori hanno voluto trasmetterci ovvero nobilitare l'enigmistica che benchè sia presente da secoli nella letteratura la pittura l'araldica la grafica la linguistica l'editoria ecc. ecc. è da sempre relegata ad un'utenza di nicchia quasi senza dignità.
Naturalmente i curatori con chi conosce l'enigmistica hanno sfondato delle porte aperte ma per gli altri è stato uno stupirsi ad ogni passo, ma non voglio parlare di questo, c'è un fantastico catalogo più che esaustivo e ci sono bravi scrittori che lo hanno già fatto ma voglio parlare della solitudine degli amanti dell'arcano mondo della sfinge, noi che giochiamo con le parole e le figure, gli enigmisti.
Ci siamo da secoli e nessuno ci ha mai filati se non noi stessi, ci siamo pubblicati a nostre spese e non ci abbiamo fatto il becco di un quattrino, ci incaponiamo con un bisenso o un rebus e quando ne veniamo a capo lo facciamo vedere orgogliosi alle persone che ci circondano e loro ci guardano come se fossimo dei mentecatti.
Già, è così che ci hanno guardati per secoli, dei mentecatti chiusi dei loro studi aspettando la rara e preziosa corrispondenza dei nostri simili, riuniti in sparuti gruppetti per far nascere delle dispense che quasi ci leggevamo da soli. Tiberino mi ha detto che è regola che gli enigmisti si diano subito del tu malgrado il ceto, e ti credo!!, è stato così difficile incontrarsi che non si può perdere tempo in convenevoli e poi l'affinità elettiva è troppo forte, l'avere finalmente persone con le quali comunicare quasi inebriante.
Poi è arrivato il Web e tutto è cambiato, se supporta una rivoluzione vuoi che non riesca a farci incontrare tra di noi?..e qui un fiorire di forum e di occasioni di incontri sia virtuali che reali e l'immediatezza delle comunicazioni che ci hanno tolto dalle polverose enciclopedie e dizionari.
Ora non ci sentiamo più soli, questa mostra ci ha dato anche la consapevolezza che la nostra passione è una forma di Arte, io poi ho incontrato Tiberino, so che deve mangiare pochi dolci ma ne è ghiotto e che non mangia carne e pesce, quindi al raduno di Marina di Massa dovrei cercare di sedermi vicino a lui così gli frego tutto quello che non mangia in cambio della mia torta.
Datemi ascolto, se siete enigmisti partecipate a più simposi e raduni che potete, non essere più soli è bellissimo
STEP  -  Sergio Zanini 


http://www.coniglioviola.com/wp-content/uploads/abo.jpg
REBUS Coniglio Viola 
(Frase: 3,8,10,7,1,10,3,6,8,2,8,7,1,8,8,3,3,7,2,5)
rebus in video

l rebus – che già aveva affascinato molti pittori del passato, da Leonardo a Carracci, da Lorenzo Lotto a Dosso Dossi – fa capolino con una certa frequenza anche nell’arte contemporanea.


Tra le opere esposte, mi sembra significativa questa di Lino Fois, intitolata Rebus, che - a parer mio - è la prova che Arte ed Arte Enigmistica sono separate da una sottile ma ben definita linea.- Azimut



 Tano Festa,artista romano, realizza opere fondate sui rebus che per la Settimana Enigmistica disegna la leggendaria Maria Ghezzi, dando vita a una serie di smalti su tela emulsionata intitolata, appunto, Rebus. 


Tano Festa, Susan tu sei Romano e io sono una tigre, smalti su tela emulsionata, 1979. Dal rebus di Madalca illustrato da Maria Ghezzi (La Settimana Enigmistica, 1966). Soluzione: E’ su Marte S tigre CI = Esumar testi greci.
Per gentile concessione
de La Settimana Enigmistica – Copyright riservato

Renato Mambor, che nel 1964 “si avvicina ai rebus pubblicati sulla Settimana Enigmistica. Il segno che in essi delimita le cose appare all’artista carico di un’oggettività tanto cercata, quasi ‘un equivalente del nome’ delle cose stesse. Egli ritaglia dalle riviste i riquadri, li fotografa ingrandendo alcuni dettagli, allestisce dittici con le foto dei rebus che più lo colpiscono per un misto di familiarità e straniamento.
Le singole vignette originali sono oggetto di uno studio divertito, come se Mambor mettesse le mani su un album dell’infanzia. Interviene colorando pareti di stanze, cancellando volti, grafemi e intere parti di paesaggio, con l’effetto di isolare le figure nei loro contorni, che poi preleva, ingrandite, per i suoi quadri”. Al pittore non interessa il rebus come gioco enigmistico, basato sulla doppia lettura da cui scaturisce una frase risolutiva. “Ciò che lo ispira – rilevano Sbrilli e De Pirro – è l’immagine pura, lineare, denotativa, in cui il disegno rappresenta nomi e azioni che costituiscono per lui un vocabolario iconico, da riutilizzare con leggere varianti”.



Renato Mambor, Abbracciare, smalto su cartone, 1965-66. L’opera attinge al rebus di Piero Bartezzaghi illustrato da Maria Ghezzi e pubblicato su La Settimana Enigmistica nel 1952 (soluzione: B ambo le mani; E rose = Bambole manierose)
Per gentile concessione
de La Settimana Enigmistica –
Copyright riservato





la locandina della mostra

i link:

Palazzo Poli – Istituto Nazionale per la grafica
Culturaitalia – intervista ad Antonella Sbrilli
http://engrammi.blogspot.com/2010/12/ah-che-rebus.html
http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2010/12/105889.
http://forum.corriere.it/scioglilingua/07-01-2011/ah-che-rebus-1691623.html
Ah, che rebus! Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia- travelling.travelsearch.it/
Artisti enigmisti
Le regole del gioco permettono infinite partite”



Nota:
 ringrazio la dottoressa Antonella Sbrilli, Franco Diotallevi (tiberino), e la dottoressa Ada Pirro... 
 della bellissima visita guidata !!
Complimenti!!

E' stato un successo più di 7000 visitatori!






martedì 8 marzo 2011

8 marzo 2011- Internazional Women's Day



 8 marzo
Uber per Tutta la città ne parla Radio 3

Il calendario disegnato da Uber e le ali della cultura disegnate da Elena Ospina siano di buon augurio per tutte le donne del mondo... AUGURI A TUTTE!!


International Women's Day: I Will Fly
   Elena Ospina
Colombia
by http://www.cartoonmovement.com/





Donne

Un saluto e un augurio a tutte le Donne,

un bacio agli amici maschietti...
Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/

Si festeggia la donna o gli si fa la festa? Beh, nel caso della nostra bella Italia temo sia più verosimile la seconda ipotesi.
 Umberto Romaniello





Petar Pismestrovic





da FRANCO ORIGONE



International Women's Day
   Amr Okasha Egypt

The world still biased in favor of men
by http://www.cartoonmovement.com/



affilate le mimose
Haldeyde


Una giornata particolare
Clicca per ingrandire la striscia. Altri 8 marzo a vignette del blog.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiXAo4UF03ojMTTA-7CeNSuY_8TvhyJawsllmQ1Non4J4EyIujwVgcCG6TgTVXyEahKymONAAhNU37Wb94C5KcyWk4458vfZ5Te2RI7CBhyWQQTQ-Rlqr61USuSuE4LPv-tNYBwUCZSILU/s500/vignetta.jpg
Luca De Santis L'Asino




Giulio Laurenzi



E' festa!

E' festa!
Paride Puglia

Ancora oggi
Mario Bochicchio



Donne 
di Agim Sulaj

photo

Otto Marzo 2011
Lo so, non è una bella immagine con cui celebrare la Festa della Donna, tuttavia penso che - anche e soprattutto in una giornata come questa - sia importante avere ben presente il livello infimo, meschino, arrogante, viscido, insinuante, distruttivo e assolutamente disumanizzante con cui un certo tipo di maschilismo continua ad allignare in quella che chiamiamo pomposamente società civile.
Per continuare - donne ed uomini assieme - a lottare!
Il MoisEditoriale di oggi si ispira a questa notizia
MOISE

921 - FESTA ALLE DONNE
Tullio Boi http://www.brulliotoi.it/

SERGIO STAINO


PS: 1811-1911 Internazional Women's Day centenario?



Cento anni, o giù di li.
Uber Humour


100°Anniversario della Giornata Internazionale della Donna
Paride Puglia

Il premier è andato dal dentista.



Foto intraoperatoria
Paride Puglia



















 ISTITUTO LUCE
Vuoi vedere che al processo non potrà aprire bocca per il riacutizzarsi della ferita?
Il santuomo soffre per tutti noi e quindi parte la macchina del ministero della cultura popolare che riporta in tutte le case degli italiani la truce storia dell'attentato.
VUKIC - vukicblog

Trapianto osseo ed implantologia

Patorno http://mauropatorno.blogspot.com/


Perversioni dentali
Antonio Fiorino
INSERTO SATIRICO

Operazione chirurgica, ieri 7 marzo 2011 in una struttura del San Raffaele di Milano, per Silvio Berlusconi.Al presidente del Consiglio,  è stato reimpiantato  un dente perso nell'attentato a Milano, dove era stato colpito con una statuetta, è già tornato nella sua residenza di Arcore, per una convalescenza post-operatoria che dovrebbe durare alcuni giorni. la notizia


lunedì 7 marzo 2011

100.000 ...

... visite!!


Confesso gongolo ... grazie a tutti!
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaW5J5GXm6HH5As6J4MrtBIj7C-iAVT3h7cExdVDnGBZU25xAtMhrVo1vAByjk-1PVu6P1AL7kelpQc89PyJEVEPWnkbFb9SK96Ozalsw4ds3Ihm8Jkok4v6NJpn27iHhbSWkz03AjnZo/s1600/fany-cool.png

PS: lo stupore di Garibaldi mi è sembrato proprio appropriato per l'avvenimento

giovedì 3 marzo 2011

I 4 DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 27 febbraio 2011

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I 4 DELL'APOCALISSE, caricature di Portos - 27 febbraio
appendice alla settimana in vignette: 21 - 28 febbraio 2011

Re confesso (Vittorio Emanuele)
Quando si sente dire che il Paese reale è abbastanza raccapricciante, per reale s’intende con ogni probabilità la famiglia Savoia. Le performances artistiche del vivace Emanuele Filiberto (cantante e ballerino televisivo) diventano quasi apprezzabili, al confronto di quello che avrebbe fatto suo padre Vittorio Emanuele, l’uomo che si chiama come una fermata della metropolitana. In un video del 2006 pubblicato da Il Fatto Quotidiano, il Savoia ammetterebbe di aver assassinato in Corsica, nell’agosto del 1978, il diciannovenne Dirk Hamer. Insomma, avrebbe sparato a un tedesco con trent’anni di ritardo: sembra che adesso i suoi legali abbiano intenzione di far passare il tragico fatto per un episodio di Resistenza poco puntuale. L’orrore appare evidente, ascoltando l’audio del breve filmato: Sua Maestà si vanta, parlando a un detenuto nel carcere di Potenza, di essere stato proprio lui a far fuoco: “Mi hanno assolto ma li ho fregati tutti, grazie a una batteria di avvocati…”Una frase che, chissà perché, siamo convinti qualcun altro spera di poter pronunciare, di qui a qualche tempo.
Magari è solo un’impressione, per carità…


SOLISTA Mariano Apicella 

Più che di un grande concerto, è stato protagonista in settimana di un notevole sconcerto: la sua esibizione, prevista per il 10 marzo al teatro degli Arcimboldi di Milano, ha venduto in prevendita un solo biglietto. Addirittura Morgan, esibitosi nei giorni scorsi al Palastracchino nonno Nanni di Tradate, ne ha venduti cinque. Si tratta evidentemente di un complotto contro il simpatico menestrello di Berlusconi, ordito dai soliti cantautori di sinistra, quelli stessi che con oscure manovre hanno portato Roberto Vecchioni a vincere la sessantunesima edizione del Festival di Sanremo. Ma il Governo non resterà di certo con le mani in mano. 
E’ già allo studio di un’apposita commissione la necessaria contromossa. 
Dopo quello Alfano, è il momento di un nuovo Lodo, stavolta con l’aggiunta di un quanto mai opportuno apostrofo: l’odo Apicella, un decreto legge in base al quale almeno due terzi della popolazione nazionale dovrà obbligatoriamente udire Apicella mentre canta durante i concerti in giro per lo Stivale. In alternativa, ad ascoltarlo gorgheggiare andranno i 28 rappresentanti del Gruppo di Responsabilità Nazionale, da Barbareschi a Scilipoti. Hanno giù dimostrato d’essere gente pronta al sacrificio supremo.




   E’ curioso come, nella vita dei potenti, agli affetti più cari corrispondono spesso gli affitti meno cari: molti parenti di vip della politica, dello sport e della finanza risultano affittuari, a prezzi veramente stracciati, di appartamenti di pregio nel centro di Milano.
Il Pio Albergo Trivulzio, che tante soddisfazioni ci ha dato già durante lo scandalo di tangentopoli, 
è l’ente responsabile dello strano fenomeno: il suo Presidente Giuseppe Trabucchi, rinverdendo 
una grande tradizione italiana in occasione dei 150 anni dell’unità nazionale, ha cercato finché ha potuto di evitare le dimissioni.“Gli affitti sono assolutamente nella media del mercato – ha dichiarato - quello di Tirana, naturalmente: ormai siamo in piena globalizzazione, per cui tutto è regolare… 
E poi, io il mio dovere l’ho sempre fatto: ero il Presidente del Consiglio d’Amministrazione, non mi occupavo della gestione operativa, avevo solo compiti d’indirizzo… e l’indirizzo io l’ho dato, eccome se l’ho dato: alla figlia di Dell’Utri, alla fidanzata di Pisapia, al dirigente juventino Marotta e a tanti altri… gli indirizzi degli appartamenti migliori, cribbio! 
E allora, di cosa mi si rimprovera?” A pensarci bene, un ragionamento che fila alla perfezione.



 Le prime dichiarazioni della Farnesina riguardo le raffiche di mitra e i bombardamenti in Libia, sono state: “Si tratta del famoso Carnevale di Bengasi, conosciuto in tutto il mondo per le sue allegre mascherine e i suoi effetti pirotecnici, non c’è da preoccuparsi”.
Con il passare delle ore, però, si è dovuto ammettere che qualcosa non andava.
Caduta l’ipotesi che si trattasse di una riunione di condominio degenerata in uno stabile di Tripoli, siamo stati costretti a convenire con il resto d’Europa che si trattava di repressione ai danni della popolazione insorta contro il regime di Gheddafi. “Un amico è un amico – ha detto a caldo il ministro degli esteri Franco Frattini – bisogna perdonargli qualche piccolo difetto: un po’ di pigrizia, la mancanza di puntualità, 41 anni di dittatura…” Il mondo si chiede perché l’Italia abbia stretto un legame così saldo con il rais, un oppressore che tutto l’Occidente ha sempre guardato con diffidenza. Che c’entriamo noi, in buona sostanza, con un uomo anziano,  dispotico, truccato come un mascherone, con una paradossale attrazione verso donne molto più giovani, le cui dichiarazioni , spesso e volentieri, hanno suscitato scandalo e ilarità? 
Bè, a pensarci bene… forse è meglio non chiederselo.



Tratti da Il Misfatto  Inserto di satira e maldicenze
de Il Fatto Quotidiano  http://www.ilmisfatto.it/

Disegni di Disegni di Portos
e
               Testi satirici di Marco Presta.

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Altre vignette della settimana di Portos:
World Wild  




         leader libico               ...                   leader libido

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Frattini:
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Corona irrompe in casa Scazzi

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mercoledì 2 marzo 2011

Tommy

2 marzo 2006 - 2 marzo 2011 sono già passati 5 anni...
oggi leggevo sulla Gazzetta di Parma il ricordo della mamma e del fratellino ed ho pensato di ricordarlo anche qui, sul mio blog, con quel bel disegno di Rocco Grieco...

Nota

martedì 1 marzo 2011

2011 Gli Oscar ai tempi della rivolta contro Gheddafi

Il 27 febbraio  a Los Angeles sono stati assegnati i Premi Oscar 2011.
Mentre si assegnavano i premi, in Medio Oriente il presidente libico Gheddafi, assediato a Tripoli  in un bunker  attendeva le risoluzioni Onu .

Quale spunto migliore per ritrarre il dittatore libico in vesti insolite ed assegnargli
chi gli dà...   'Lifetime Achievement Award' ... l'oscar alla carriera... per i suoi 42 anni di tirannia.
chi gli dà...   'The Maddest Dog' ('il cane pazzo')
chi gli dà...   ' The Boot' (' lo stivale')
chi gli dà...   ' The Dictator speech' ('il discorso del dittatore')
http://www.independent.co.uk/multimedia/dynamic/00566/cartoon280211_566263s.jpg
The Booth - Dave Brown per The Indipendent
Lifetime achievement award
'Lifetime Achievement Award'
Christian Adams - The Telegraph fonte

'Lifetime Achievement Award' ... l'oscar alla carriera... per i suoi 42 anni di tirannia.
Nota: L'Oscar  alla carriera è una statuetta fatiscente
Crisis in Libya (Daryl Cagle's Political Cartoonists Index)
Matt cartoon (The Telegraph)

Maddest dog

Paul Thomas from The Daily Express , disegna Gheddafi  in divisa militare, in possesso di un fucile.  Il premio è  'Il cane Pazzo'
 'Il pazzo' cane è un cane soffre di  rabbia .  L'espressione viene usata metaforicamente per descrivere "una persona che sta combattendo pazzo, forse un combattente rabbioso che non pensa alla propria salute e benessere".  In realtà, non è un'idea originale  il presidente Reagan chiama Gheddafi "questo cane pazzo del Medio Oriente"già  nel lontano 1986 !
link:
Time to muzzle Libya’s mad dog (Financial Times)
Put Down the Mad Dog (Wall Street Journal)
The Canine in Conversation (fantastic list of dog-related metaphors and idioms)



AN OSCAR FOR GADHAFY
[Vorrei ringraziare tutte le persone del mio popolino...
...ma... gli ho sparato]
By Randy Bish, Pittsburgh Tribune-Review  -  2/25/2011


Khadafi Oscar ( The Dictator speech)
By David Fitzsimmons, The Arizona Star  -  2/28/2011
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Premio Oscar 2011 - Paride Puglia

 ma torniamo seri ed ecco la premiazione vera con statuette rigorosamente ... americane ... come non detto... sono
Made in China... oh oh


The Oscar
By Shlomo Cohen, Israel  -  2/27/2011





per l'anno 2011  "the winner is "





The Kings Speech Wins the Oscar 
By Randall Enos



PS: menzione d'onore 
a ' La Sua Africa'  vincitore anno 1986 per la categoria  'film tarocco' di VADELFIO