sabato 13 settembre 2014

42° Premio Satira Politica Forte dei Marmi

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA PARODIA A:

VIRGINIA RAFFAELE
[...] La Vanoni, che dice: "Eravamo io e Giorgio Strehler e stavamo per fare l’amore, poi ci siamo alzati e siamo andati via: lo stadio era pieno". Ornella non l’ha mai detto, ma avrebbe potuto.
Che Virginia Raffaele fosse talentuosa lo avevamo capito già dai tempi della Gialappa’s. Adesso, dopo la Bruzzone, Ornella Vanoni, Paula Gilberto Do Mar, la Minetti, Belen, la Pascale e la ministra Boschi, che non solo lei ma anche la permalosissima Boldrini se n’è avuta a male, la Raffaele, fuoriclasse assoluta, vince l’Oscar della satira che, come la lingua, non ha sesso. Il remake della Rodriguez e della Boschi sono capolavori di svelamento. Si fa beffe dell’una e dell’altra. E lo fa in una semplice mossa, miracoloso compendio di sopracciglia piegate e occhi sgranati. Viene dal circo e dal lunapark, è brava e intelligente. Non ce n’è per nessuno.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA SEZIONE AUTORE TV A:

ANDREA ZALONE
Chi sta nell’ombra spesso fa più luce. Fino a diventare, sia pure controvoglia, un personaggio. E ‘il caso di questo autore raffinato - amatissimo in Piemonte per la striscia comica “Ciau bale” - che grazie alla collaborazione con Crozza ha raggiunto le grandi platee televisive, rinverdendo la tradizione italiana delle “spalle” di classe: Carlo Campanini, Mario Castellani, Gianni Agus e adesso lui, l’impassibile intervistatore di Briatore, Montezemolo e Razzi, a cui ha fatto dire la battuta forse più divertente e potente dell’anno: “L’Europa è bella, ma non ci vivrei”.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO IL WEB A:

THE PILLS
(Luca Vecchi, Luigi di Capua, Matteo Corradini)
In un mondo sempre più spompato e prevedibile, “The Pills” rovesciano la realtà, così come la smascherano e se la portano a casa. Divani, iPhone, tavoli da cucina, scellerate discussioni inconcludenti, pezzi di Roma spremuti a secco. Tutto bianco e nero. Rega’!, la vita è cruda, ma nel parlarsi addosso si fa largo sul web una generazione sempre più scettica e autosufficiente. La potenza del gergo la riscatta. Nella frenesia del vivacchiare, tra fumo e sbandate, la commedia-lampo genera pillole di formidabile comicità.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA “EDMONDO BERSELLI” È STATO ASSEGNATO PER IL LIBRO “TELEVISIONE”  (ED.BOLLATI BORINGHIERI) A:

CARLO FRECCERO
Perché guardando l’Italia di notte, attraverso i flussi televisivi che registra nella stanza del suo Residence, dove vive provvisorio da 25 anni, ci racconta come è fatta l’Italia instabile di oggi. Quella dove va in scena la società spettacolare che spesso ci confonde e qualche volta ci acceca. Lui riunifica i frammenti. Ci spiega che la tv ha smesso di adescare maggioranze ordinate in un palinsesto, si scioglie nella Rete, moltiplica le minoranze. E’ stata la nostra sovrana politica, ma forse saprà anche dissolversi in tante via d’uscita. Una delle quali è spegnerla.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA SEZIONE MULTITASKING A:

MACCIO CAPATONDA
«Sogno un mondo migliore… per fortuna dormo poco!»: filosofo della stupidità liquida, esegeta del cetomedio straccione, interprete della sottoborghesia ribalda, Maccio Capatonda è riuscito a elaborare un’estetica epidemica, diffusa via web,  sull’idea che in rete il basso si vede meglio da ancora più sotto. Artista del frammento, Maccio ha elevato a opera il «Prossimamente» attribuendo al film intero il carattere di un inutile surrogato (Karl Kraus): senza bisogno di passare all’atto, basta il pensiero!

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL GIORNALISMO A:

MARCO DAMILANO
Cultore fin da giovanissimo della nota politica, Marco Damilano è il cronista del Palazzo che forse meglio di ogni altro ha assimilato la grande lezione berselliana della contaminazione alto/basso, con tanto di incursioni – frequentissime – nella tv dell’infotainment. E dunque analisi politologiche e settimanali “Top e flop” sull’”Espresso”; saggi per Einaudi e Laterza e blog sferzanti; cinema d’autore e duetti con Zoro. Esempio militante di giornalista politico-satirico multitasking.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL CINEMA A:

SYDNEY SIBILIA  per il film “SMETTO QUANDO VOGLIO”
Sei laureato e non trovi lavoro? Non potrai fare il chimico o il latinista perché si vive in un paese dove l'unica possibilità è la fuga all'estero? Precario a vita? Niente paura. O diventi criminale per colpa della crisi o fai il cinema comico dove diventi criminale per colpa della crisi. Fa molto ridere “Smetto quando voglio”. Tra i “Soliti ignoti” e “Breaking bad”. Con un linguaggio sciolto da ogni vincolo ideologico, si abbandona al puro gusto di narrare con immagini coloratissime,  acide e sature, non da cinema italiano, che fanno rinascere la commedia all’italiana. Cinica e cattiva.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO INTERNAZIONALE A:

NADIA KHIARI (Tunisia)

Se gli animali potessero parlare - diceva Mark Twain - il gatto avrebbe il raro dono di non dire mai una parola di troppo. Come “Willis from Tunis”, il gatto senza peli sulla lingua diventato simbolo della rivoluzione tunisina. Lo ha creato Nadia Khiari, raffinata intellettuale che al tramonto del regime di Ben Alì, nel gennaio 2011, ha capito  come un sorriso possa esorcizzare la paura di un potere oppressivo. Così da allora, questa pittrice e disegnatrice tunisina combatte una battaglia personale contro ogni limitazione della libertà di espressione, raccontando con ironia gli avvenimenti della transizione al potere, convinta che la satira non abbia linee da non oltrepassare.

IL PREMIO SPECIALE "PINO ZAC 2014" È STATO ASSEGNATO A:

“BUDUÁR”
Debitore di certo ironico disincanto al “Divino marchese”, “Buduàr” è l’erede duepuntozero dei grandi giornali umoristici che nel cuore del secolo scorso hanno allietato generazioni di italiani. Impresa non facile in un paese che ha rinunciato ai giornali satirici di carta e che trova nel web un fiorire di proposte non sempre durature. “Buduàr”  ha radunato i tanti disegnatori satirici italiani che non vogliono rinunciare a dire la loro in punta di matita e ha il merito di giocare leggero, tra umorismo di qualità, satira vera e incursioni nella storia di un genere che onora, proiettandosi con ambizione nel futuro dei media sulla Rete.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL TEATRO A :

“STASERA NON ESCORT”
(Margherita Antonelli, Alessandra Gaiella, Rita Pelusio, Claudia Penoni)
Secondo l'ultima classifica del World Economic Forum, l'Italia è al 90esimo posto su 135 Paesi per la parità di genere nel mercato del lavoro. Gli economisti  più accreditati ci avvertono che se l’occupazione femminile  raggiungesse quella maschile, il nostro Pil nazionale crescerebbe di un punto percentuale l’anno. Ora vi è chiaro perché abbiamo deciso di premiare queste quattro attrici comiche, nonché autrici satiriche e quant’altro, visto che da anni contribuiscono  al miglioramento economico del nostro paese girando con uno spettacolo di grande successo, che parla tra l’altro di occupazione al femminile, il titolo è lampante: “Stasera non escort”. L’avrebbe già premiate il premier  Renzi se non fosse sempre occupato con degli inutili boy-scout che non portano niente alle casse dello stato.


IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO A:

ZEROCALCARE (Michele Rech)
Se dici Zerocalcare anche chi non legge fumetti s'illumina. Magari non tutti sanno quanti libri ha pubblicato, che è autore di centinaia di locandine per concerti punk e che all'anagrafe fa Michele Rech. Per tutti, però, Zerocalcare è il fumettista che ha spopolato con le sue storie autobiografiche di quotidianità precaria, tra piccole grandi (dis)avventure del suo alter ego trentenne, Zero: capelli corti, T-shirt nera, bluejeans e un armadillo immaginario che gli fa un po' da coscienza e un po' da complice, nella sua pigrizia.  I suoi libri sono di una forza comica straordinaria, che scaturisce dal contrasto tra le proprie debolezze e le storture del mondo. Il fumetto era un genere archeologico, congelato alla filologia come la lirica, Zero gli ha insufflato la vita e l’ha reso contemporaneo. Prima regia di Mastandrea per il film dall’Armadillo. Non l’abbiamo visto ma ci piace. Premio Profezia.

IL PREMIO SPECIALE "CITTA’ DELLA SATIRA 2014" È STATO ASSEGNATO A:

SIMONE LENZI
Le piccole storie della quotidianità sono la materia che predilige per spezzare le catene dei luoghi comuni e smontare le autorappresentazioni compiaciute e ruffiane di singoli e comunità. Con "Lungomai" ha costruito una Lonely planet antropologica della sua Livorno, ritratto liberato di un popolo che ha nello spreco la misura esistenziale. Saltate quelle catene finalmente anche nella sua vita, Simone Lenzi, raffinato con le note come con le parole, ha così trasformato una fotografia apparentemente locale in un ritratto profondamente italico. E oggi continua a perseguire la via delle storie minori per guardarci dentro. Con spirito beffardo.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO AL GIORNALE SATIRICO:

“MONGOLIA” (Spagna)
Non fa sconti a nessuno, neanche al re. Parliamo di “Mongolia”, rivista satirica spagnola di successo, che usa l’informazione per strappare un sorriso, ma anche per aprire gli occhi agli spagnoli. Nata due anni fa, boicottata dagli edicolanti ma forte di un vigoroso passaparola, non si ferma mai davanti a nulla, scandali e crisi. Pensata, scritta e disegnata da uno psicologo, un avvocato penalista, che ne è anche l’editore, e un illustratore, Mongolia fa dell’irriverenza al potere la sua arma migliore. Come dire, satira allo stato dell'arte.

IL 42° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA TESI DI LAUREA “Gabriele D’Annunzio in caricatura” (Università di Cagliari) A:

ALESSIA MASSIDDA
Il primo fu Gandolin, nel 1886, e da  allora le caricature di D'Annunzio, fino alla prima parte del Novecento, sono state innumerevoli. Di ciascuna dà conto Alessia Massidda, laureatasi a Cagliari con la tesi "Gabriele D'Annunzio in caricatura" che ripercorre in filigrana l'attività di uno dei personaggi più in vista di quel periodo, arricchendo il suo esemplare lavoro con una puntuale analisi della caricatura come forma d'arte.

 

La Giuria: Roberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinza Bibolotti, Franco A. Calotti. 



-------------------------------------------------------------------------

Le foto dei vincitori




la redazione di Buduàr col premio "Pino Zac 2014"
(Dino Aloi, Alessandro Palex Prevosto, Marco De Angelis, e Lido Contemori)
Complimentissimi agli amici di Buduàr!!

venerdì 12 settembre 2014

Montezemolo lascia la Ferrari

La notizia

«Si chiude un’epoca». Ma la Ferrari non si ferma, «ci sono le premesse per una ulteriore crescita». Durante una conferenza stampa congiunta, mercoledì a Maranello, con a fianco Sergio Marchionne, Luca Cordero di Montezemolo ha annunciato le sue dimissioni dalla presidenza della Ferrari. Montezemolo lascerà su sua richiesta, il 13 ottobre, a conclusione del festeggiamenti per i 60 anni della Ferrari in America. La presidenza sarà assunta dall’ad della Fiat, Sergio Marchionne. A Montezemolo spetterà una liquidazione di 27 milioni di euro. La Fiat spiega in una nota che all’ex presidente della rossa sarà corrisposta un’indennità di fine mandato pari a 13 milioni e 710 mila euro. In aggiunta saranno a lui corrisposti altri 13 milioni e 253 mila euro a fronte dell’impegno di Montezemolo a «non svolgere attività in concorrenza con il Gruppo Fiat».


Le vignette


Cavallino calciante
Marchionne prepara l'esordio di Fiat-Crysler-Automobile alla borsa di New York.
Tra gli asset più appetitosi della società sicuramente il marchio Ferrari ancorchè lievemente appannato dai cattivi risultati sportivi degli ultimi anni che tuttavia l' AD cercherà di rilanciare, magari con un nuovo logo.
Uber

GP
Franco Portinari



Liquidato
Tomas



Pillinini


Pillinini
Biglietto di solo andata
Luciano Caratto

Capolinea
Marini Valerio

T.F.R.
Valerio Marini



 Il segreto della longevità (grandi manager)
Riccardo Mannelli



Avvicendamenti
Conferenza Marchionne-Montezemolo. Da schiantarsi dal ridere. O no?
Mauro Biani


Benny Nicolini



-------

mercoledì 10 settembre 2014

Rinviate premiazioni e Mostra 2014 Spirito di Vino



Spirito di Vino:
premiazioni e mostra rinviate
Si sospende il quindicinale matrimonio con Friuli Doc

Nel 2014 il concorso internazionale di vignette satiriche Spirito di Vino, organizzato annualmente dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, raggiunge il prestigioso traguardo della 15° edizione. Purtroppo, invece di festeggiare un risultato così importante nell’usuale cornice di Friuli Doc, abbiamo dovuto prendere l’amara decisione di rinviare sia le premiazioni sia la contestuale mostra con le opere selezionate.

“Con grande rammarico”, spiega Elda Felluga, presidente dell’Associazione, “siamo stati costretti a rinviare i festeggiamenti e la proclamazione dei vincitori. Siamo veramente dispiaciuti del fatto che, causa mancanza di adeguati fondi, non siamo in grado di allestire l’annuale mostra durante Friuli Doc all’interno di Palazzo Florio. La scelta di affidare un messaggio sul mondo del vino all’espressione pungente della satira è ciò che contraddistingue da sempre il concorso e proprio per questo la sua “conclusione” naturale, con la mostra e le premiazioni, è sempre stata nell’ambito della grande kermesse enogastronomica ospitata a Udine. Purtroppo quest’anno non sarà così ma stiamo lavorando per trovare una soluzione per poter comunque festeggiare i vincitori e auspichiamo di poter permettere al pubblico di fedelissimi di ammirare le opere selezionate.

Spirito di Vino è un’originale e accattivante sfida che viene lanciata ogni anno in tutto il mondo: il tema del vino si rivela elemento culturale che è spunto infinito di originali creazioni. Ed è così che il concorso, indetto fin dal suo esordio a carattere internazionale per permettere uno scambio di opinioni tra gli artisti di tutto il mondo, si è trasformato ben presto in un appuntamento atteso, un momento di incontro tra storie e culture, tra attualità ed eventi storici rivisti e reinterpretati in chiave umoristica.

Il concorso, giunto, come detto, alla sua 15° edizione, è indetto annualmente dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia in collaborazione con le riviste Ottagono e Spirito diVino, la Regione Friuli Venezia Giulia e la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia.

Anche quest’anno il contest è stato accolto con particolare entusiasmo e ha confermato il suo forte respiro internazionale: sono state inviate infatti oltre 500 vignette da artisti provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo, dall’India al Kenya, dal Messico al Canada, dal Perù alla Lituania.

I vignettisti che hanno deciso di cimentarsi in questa originale sfida, dove ogni anno emergono veri e propri talenti, saranno giudicati da una giuria d’eccezione capitanata dal presidente in carica Alfio Krancic e dal presidente onorario Giorgio Forattini, aiutati nella difficile scelta delle 30 opere selezionate per la fase finale da nomi illustri del panorama satirico italiano, giornalismo e grafica: Emilio Giannelli (vignettista), Valerio Marini (vignettista), Gianluigi Colin (art director del Corriere della Sera), Franz Botré ed Enzo Rizzo (direttore e vicedirettore della rivista Spirito diVino), Carlo Cambi (giornalista enogastronomico), Paolo Marchi (giornalista de Il Giornale), Aldo Colonetti (direttore rivista Ottagono), Fede & Tinto (DecanterRadioRai), Francesco Salvi (attore) e da Elda Felluga (Presidente del Movimento Turismo del Vino FVG).
I fortunati vincitori saranno premiati con una selezione delle migliori etichette delle cantine associate al Movimento Turismo del Vino FVG.

Per rivedere le opere vincitrici dal 2000 al 2013 e le vignette create appositamente per il concorso dai Maestri della satira italiana, cliccate qui

la vignetta 1° classificata nel 2000 (1° anno del concorso) - L'arca, opera di Marco Paternostro
1° classificata nel 2013, categoria Over 35 -L'attesa, Friedrich Tasser
1° classificata nel 2013, categoria Under 35 - Ottima annata, Stefano Antonucci

lunedì 8 settembre 2014

Mamma ho perso l'aereo

Le vignette





Al-Italia
 CeciGian




Sexy plan

Portos-Franco Portinari


UBER



Fulvio Fontana




Tiziano Riverso


Giannelli


La notizia

Accordo con Etihad, 1,76 mld per nuova era Alitalia
Hogan, la voglio più sexy; Del Torchio, ora navigazione sicura
Nozze fatte tra Alitalia ed Etihad: dopo un anno passato tra ammiccamenti, frequentazioni e un fidanzamento anche contrastato, le due compagnie hanno finalizzato un accordo da 1,758 miliardi che permetterà all'ex compagnia di bandiera di 'rinascere' per la seconda volta. La nuova Alitalia tonerà all'utile entro tre anni e sarà più sexy, promette James Hogan, che però non esclude altre scelte difficili. L'atteso matrimonio fa comunque tirare un sospiro di sollievo un po' a tutti, dall'azienda al Governo, dopo una settimana di passione in cui proteste dei lavoratori, frizioni tra i soci e intoppi sugli ultimi nodi hanno tenuto tutti in tensione fino all'ultimo. La firma dell'accordo è arrivata nel corso di una giornata graziata dal temuto rischio paralisi a Fiumicino, ma sospesa tra attesa e incertezza, con una conferenza organizzata da tempo, ma convocata con poco meno di due ore d'anticipo. Si è voluto infatti aspettare che tutto fosse davvero pronto e che nulla potesse far saltare l'operazione. Gli ultimi tasselli sono arrivati, prima nella notte con la firma delle associazioni professionali e della Uilt all'accordo sul contratto e sui risparmi sul costo del lavoro; poi con l'ok dell'assemblea degli azionisti di Alitalia, che si è riunita in mattinata a Fiumicino, al testo dell'accordo e all'aumento di capitale da 300 milioni.

"Ce l'abbiamo fatta, dopo un anno di lavoro tanta fatica e tante notti", ha commentato a caldo un soddisfatto ma anche emozionato Del Torchio, che ha ripercorso i suoi 16 mesi alla cloche della compagnia: "Mi sembra sia passato un secolo. Il mio obiettivo era mettere in sicurezza l'azienda e dare un futuro solido ad Alitalia". L'avventura con Etihad è iniziata proprio un anno fa, il 14 agosto 2013, con il primo viaggio del manager varesino ad Abu Dhabi per incontrare Hogan: "Lì abbiamo gettato le basi, è stato un fidanzamento un po' contrastato, ma oggi celebriamo un'alleanza strategica. Dopo tante turbolenze ora possiamo iniziare una navigazione aerea sicura". E anche Etihad conferma che la trattativa è stata tutt'altro che semplice: "E' stato un negoziato duro ma è una vittoria per tutti", ha detto Hogan illustrando con slide in inglese e italiano la propria "visione" per la nuova Alitalia: farne un'azienda "più sexy con i migliori servizi possibili, non una vera rivoluzione, ma un'evoluzione", puntando sul lungo raggio con l'obiettivo di fare della compagnia "l'ambasciatrice dell'Italia che fa soldi".

Per farlo, Hogan mette sul piatto un investimento di 1,758 miliardi (di cui 560 tra iniezioni di liquidità, acquisti di asset e altre linee e accordi) per ristrutturale il bilancio della compagnia: "dal punto di vista finanziario non funziona bene", ha spiegato il manager che avverte che non ci sono ricette semplici ma promette di costruire e crescere insieme. Unanimi i commenti di soddisfazione. Il Governo "saluta con grande piacere la firma dell'accordo tra Alitalia e Etihad", ha detto il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio. E il ministro dei trasporti Lupi aggiunge: "ce l'abbiamo fatta, ci abbiamo creduto per 8 mesi, alla faccia di quelli che non ci credevano". Per il segretario della Cgil Camusso l'accordo è "una buona notizia perché può delineare un effettivo futuro della compagnia". Il leader della Cisl Raffaele Bonanni vede ora "la prospettiva di rilanciare il nostro volo". Per l'Ugl "finalmente si apre un nuovo capitolo". L'Enac si augura che "contribuisca alla crescita del sistema e del Paese". Gli occhi sono ora puntati sull'Europa, alle cui autorizzazioni è vincolato il closing dell'operazione, atteso entro l'anno. Del Torchio intanto assicura che la maggioranza dell'azionariato è e resterà in mani europee, in linea con le richieste di Bruxelles.
Ansa

domenica 7 settembre 2014

Giorgio Marchetti alias Ettore Borzacchini

Architetto e scrittore satirico, Ettore Borzacchini, pseudonimo di Giorgio Marchetti (Lucca, 1943 – Viareggio, 7 Settembre 2014)
Due volte ha vinto il premio satira Forte dei Marmi: in gruppo con la redazione il Vernacoliere nel 1995, ed in forma individuale con il volume Il Borzacchini Universale nel 1996

fonte Wikipedia

Sono assai dispiaciuto. Per me è sempre stato un modello satirico-letterario da mantenere nel tempo come punto di riferimento. Mi concesse persino la possibilità (e non esagero, col senno di poi, nel considerarla un onore) di collaborare con lui nel "Quarto Borzacchini Universale". A me, scalzo e ignudo, che venivo dal niente. Mentre le mezze calzette mi snobbavano, un Maestro mi faceva entrare nel suo immenso mondo satirico senza pensarci due volte. Una lezione di vita. Grazie e buon viaggio, Maestro.
Paolo Pablito Morelli




Ettore Borzacchini
opera del Maestro Imperscrutabile Tumescente Indeformabile Iperallergenico a Basso Residuo Fisso Federico Maria Sardelli esq.; adesso collocata in Viareggio, Condominio Imprecisato della Città Giardino, visitabile su appuntamento. Citofonare chiedendo di Manola, ore Rosario.

Ha pubblicato un'infinità di opere tra cui ricordiamo: Il Grande Milvio (1988); La metamorfosi del bigné (1992); Il Borzacchini Universale (4 volumi: 1995, 1998, 2002, 2006); Il Galateo del Borzacchini (2005); La villeggiatura del Borzacchini (2006); Le automobili del Borzacchini (2008); Il caffè del Borzacchini (2012)


-------------------------------------------------------------------------------------------------

R
ruzzare.
 In italiano equivale a: far strepito giocando.
 A Livorno è sinonimo di giocare, scherzare, prendersi gioco. Per estensione 'avere le ruzze' sta per: aver voglia di scherzare, essere giocherellone, poco serio ed anche, con ulteriore figura, manifestare una qualche pulsione erotica.
«Ma cos'hai bimbo, le ruzze?...» dirà la matura signora livornese al marito che le si accosta dal dietro strizzandole le puppe con palese intento galante.
 Con intento di minimizzazione, ai carabinieri accorsi per sedare una rissa, i contendenti pur visibilmente malconci e scompannati replicheranno: «Via maresciallo, 'un lo vede? E' si ruzzava, no!!?»




--------------------------------------------------------------------------------------------------

Giorgio Marchetti
(Architetto)
GIROTONDISMO
Fra i più brillanti umoristi italiani, dotato di ironica e cólta finezza,
buttato fuori in quanto non omologatosi ai “girotondi”
Giorgio Marchetti, espulso nel 2002 da «il Vernacoliere» mensile satirico livornese

Giorgio Marchetti, è nato a Lucca nel 1943 da genitori livornesi con un quarto di sangue napoletano da parte della nonna paterna. Esercita la libera professione di architetto a Lucca nel campo dell’urbanistica, del restauro, dei beni culturali, ed è critico d’arte. Dal 1986 al 2002 è stato collaboratore permanente de «il Vernacoliere», periodico satirico livornese di diffusione nazionale, con la firma di Ettore Borzacchini.
Attualmente scrive sul quotidiano «Il Tirreno». Ha pubblicato: Il bulanchio e altre stranezze (Punto Gamma, Lucca, 1978); Il grande Milvio. Cronache del secondo liceo classico d’Italia (introduzione di Francesca Duranti) (Akademos, Lucca, 1991); The mechanics of the mind (Espansione, Roma, 1993);
La metamorfosi del bignè. Flusso di umori estivi in forma di diario con l’intrusíone di sei racconti veramente edificanti (Akademos, Lucca, 1995); Il Borzacchini Universale. Dizionario ragionato di lingua volgare anzi volgarissima d’uso del popolo (Ponte alle Grazie, Milano, 1996); Il Nuovissimo Galateo del Borzacchini. Ameni e pratici consigli per l’aspirante gentiluomo: perché non abbia a fare troppo schifo e possa utilmente collocare se stesso nel consorzio cosiddetto civile di fine millennio (ivi); La macchina estetica. Il percorso operativo nella costruzione dell’atteggiamento estetico (FrancoAngeli, Milano, 1997); I temi di Pierin Lucchese (Maria Pacini Fazzi, Lucca, 1998); Ultimissime aggiunte al Borzacchini Universale (ivi, 1999); Fra ombre e autoritratti. Il critico presenta se stesso (con Danila Bertasio) (Milano, FrancoAngeli, 2000); Il Terzo Borzacchini Universale (ivi, Ponte alle Grazie, 2003); La villeggiatura del Borzacchini. Contro il rischio della globalizzazione delle vacanze (ivi, 2005); Il Quarto Borzacchini Universale. Tanti nuovi, originali lemmi del dizionario maccheronico del terzo millennio (ivi, 2006).
Di Marchetti ha scritto il grande lessicografo e linguista italiano, Giancarlo Oli, riguardo al primo volume: «L’opera già nel titolo arieggia ambiziosamente secolari tradizioni e moderne imprese di grossi istituti e faraoniche fondazioni: a testimoniare, più che l’esaustività dell’assunto, l’altisonante messaggio che il “parlare toscano e vieppiù labronico” è ancora capace di trasmettere. Cosa che del resto traspare a ogni piè sospinto nella lettura del volume, nel quale ogni lemma esemplifica termini e significati sulla falsariga di una filologia comicamente artificiosa e goliardica, mentre pornografia e coprolalia si aprono una strada di singolare e duratura scuola verso la satira e la giocosità».
Il brano seguente è tratto da Il Terzo Borzacchini Universale, pp. 217-220.

Appendice
Memorie e documenti per servire alla migliore comprensione di fatti, circostanze e personaggi della complessa e controversa realtà livornese.
Doc. I
Dove l’Autore propone al giudizio dei lettori il testo dell’articolo che gli è valso la cacciata da un periodico livornese di satira, da cui tristemente si desume che tutto il mondo è paese.
Girotondismo
Tanto per parafrasare un noto divo degli schermi assurto di corto alle cadùche glorie delle tribune del popolo ed in esse gagliardamente acquartieratosi con quel vasto successo di critica e di pubblico che da qualche tempo gli andava invece scarseggiando di fronte alle platee cinematografiche (ed egli, per questo, forse un po’ indispettito e acidulo nonché più stridulo nei registri alti dell’oratoria), mi chiedo, pensoso e pervaso dall’ansia del ben apparire agli occhi dei miei pochissimi ammiratori e dei miei numerosi detrattori, nonché dell’inclita salottistica militante dell’uno e dell’altro regime: «Mi si nota di più se vado al girotondo o se non ci vado? E se ci vado, mi si nota di più se me ne sto in disparte a fare il picchio sull’albero in fiore osservando con benevolenza l’aItrui gaio girotondare o se invece vi prendo parte ed io stesso intraprendo caroselli intrecciando sapide caròle e filastrocche irriverenti all’indirizzo de’ protervi potenti e della loro farabuttaggine inveterata?»
Che il gentiluomo di non spregevoli natali – benché indignato e sospinto dall’incalzar degli eventi più tragici e dall’urger delle più pressanti istanze socio-culturali, dall’obbrobriosa nequizia della classe politica, dalla sistematica devastazione di princìpi, valori e dettati costituzionali perpetrata dal governo in carica – non può recarsi a codeste manifestazioni, ancorché spontanee e popolari, come un qualsiasi sanculotto bifolco alla conquista della Bastiglia od un laido mugiko all’assedio del Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo.
Cosa ci siamo andati a fare a scuola allora? Come diceva la mi’ nonna Velia affibbiandomi un nocchino nel capo quando mi sorprendeva da ragazzino a scaccolarmi voluttuosamente il naso con due falangi affondate nelle narici.
Conciossiacosaché nella girotondistica contemporanea bisogna sapersi comportare ammodino anche per dar pubblico esempio di creanza, specie laddove vi siano immancabili riprese televisive dell’accadimento di piazza, e un fiorir di spumeggianti intervistatori che vadan ponendo agli intervenuti quesiti di vasto portato filosofico e comportamentale: «Lei è la prima volta che partecipa ad un girotondo?» cui faccia d’uopo rispondere con un largo sorriso di suavissima beatitudine: « Sì... dai tempi dell’asilo dalle suore, ma qui è tutto diverso...», e lasciando altresì intendere come e qualmente la girotonditas, pur la più sinistrorsa (quella in cui si gira procedendo sulla mancina) ed eversiva, affondi le proprie radici nel fanciullino che ci consiste dentro.
«Nel gioco seri al pari d’un lavoro...»: ludus e poetica pascoliana han da prevalere e farsi semplice, ingenua cornice della protesta che monta dal basso, avendo ben in mente quanto e come – ad esempio – la quadriglia e il bal-en-tête abbiano rivestito un ruolo determinante nelle strategie di Cavour durante il Risorgimento e la furlana e il rigodone si sian rivelate determinanti nelle sollevazioni popolari dei moti carbonari di Modena del 1821 e come, al contrario, un uso improvvisato e dilettantesco della tarantella abbia contribuito al tragico fallimento della spedizione di Sapri.
Ed ecco che l’íntellettuale del terzo millennio il quale, nelle scelte del quotidiano risulta aspramente dilacerato tra la lettura sonnacchiosa e laterale di Micromega e quella arrembata e latrinale di Tex Willer, tra l’austero classicismo mitteleuropeo della Sachertorte e l’opulenza globalizzata e spalmabile della Nutella, tra la compassionevole sorte delle donne velate e l’esaltante futuro di quelle velinate e tra mille altre sgomentevoli alternative nel mercato del trendy e delgriffato, ritrova equilibrio, conforto e nuova innocenza nell’esercizio del girotondo; poiché íI girotondo, a ben vedere, altro non è che I applicazione pratica dell’arcaico simbolo dell’ouroboro (vulgo: l’animale che si mangia la coda): «gira gira, tanto alla fine ritorni da dove sei partito», coll’implicito vantaggio che con il tener le mani occupate per lo meno non si fanno altri danni, antica e sana regola gesuitica per evitare che gli adolescenti s’abbandonassero, com’era uso, alla pratica smodata della masturbazione la quale, si sa, fa piangere la Madonna.
Ben venga allora il trovarsi tutti insieme, come ai tempi dell’oratorio, e festosamente girare in tondo per la mano; naturalmente seguendo le regole e il bon ton, senza sguerguenze, e non dico tanto lancio di sampietrini e bottiglie incendiarie o scivolate di spranghe, ma neanche merdajole, scorreggioni e rutti: solo tiritere e gustosi calembour, contumelie in rima baciata, vaghe allusioni all’onorabilità personale e mai – politically incorrect – a quella di madri, mogli e sorelle, rigorosamente riservate alle terne arbitrali delle partite di campanile.
Pertanto un rito acconcio agli intelletti emancipati e alle personcine perbene, atto ad educar la bassa marmaglia e a reprimerne gli istinti pecorili che velenosamente dilagano ogniqualvolta s’aduna spontaneamente (o vien di precetto adunata) oceanicamente una folla, vuoi per decidere tra Gesù e Barabba, vuoi per godersi una mannaia in funzione, vuoi per assalire il Forno delle Grucce, vuoi per plaudere ad una dichiarazione di guerra, vuoi per assistere ad un concerto di Ligabue.
Andiamo quindi all together ai girotondi, magari con la raccomandazione di concedersi alcune piccole trasgressioni, profittando di quegli opulenti presìdi alimentari furgonati che di solito accompagnano ogni grande manifestazione di popolo, poiché sarà dai dati forniti da «Porchetta Democratica» sul numero di suini consumati, attraverso un semplice algoritmo statistico (num. porch. affett. X 100 + num. mortad. X 250 + num. sacch. brigid. /2) che si potrà veridicamente valutare il successo dell’evento e la partecipazione della gente, con ampio riscontro nel turpiloquio da parte de’ furibondi netturbini addetti alla ripulitura delle smerdature del luogo pubblico e delle strade adiacenti la mattina dopo.
fonte

-------------------------------------------------------------------------------
Giorgio Marchetti nel Prof. Borzacchini al Teatro di Verzura Bonus
ETTORE BORZACCHINI, SENZA BURP E SENZA PROUT(di Luca Boschi)
E' morto Ettore Borzacchini: se ne va un grande umorista, la Toscana lo piange
La cultura in lutto, è morto Giorgio Marchetti

sabato 6 settembre 2014

IV Biennale dell'Humour Luis d'Oliveira Guimarães - Penela Portogallo 2014

1 ° Premio IV BHLOG- Penela 2014 - "Libertà" di Agim Sulaj (Albania)
        
La giuria della IV Biennale dell'Humour Oliveira Guimarães:
Margarida Cruz Macedo de Sousa,  Emidio Domingues,  Mário José Rodrigues Duarte (rappresentanti del Comune di Penela); António Alves  (rappresentante della Parrocchia di Spinale); Leonor Oliveira Guimarães (rappresentante della famiglia Guimarães Oliveira); Osvaldo Macedo de Sousa (Direttore Artistico della Biennale); Flaviana Teixeira ( giornalista e rappresentante di “Região do Castelo” ), Carlos Seco (cartoonista e direttore del giornale "Trevim") e Onofre Varela (Cartoonist onorato in BHLOG IV - 2014) .
Dopo l'analisi esaustiva delle 950 opere grafiche in concorso, la giuria ha deciso di assegnare i seguenti premi:
1 ° Premio IV BHLOG- Penela 2014 - "Libertà" di Agim Sulaj (Albania)
2 ° Premio IV BHLOG- Penela 2014 - "Bird" Zlatkovsky Mikhail (Russia)
3 ° Premio IV BHLOG- Penela 2014 - "Mandela - Path to Heaven" Henrique Monteiro (Portogallo)
Premio Speciale della Città di Penela IV BHLOG 2014 - "Libertà" Javad Takjoo (Iran)
Speciale Parrocchia Premio del midollo IV BHLOG 2014 - "Julian Assange" Tolsa Matias (Argentina)
Premio Speciale di António Oliveira Guimarães IV BHLOG 2014 - "Senza titolo" Li Kui giugno (. Cina Rep)
Premio Speciale della Humorgrafe IV BHLOG 2014 - "40 anni dopo ... a raccogliere la libertà" Vasco Gargalo (Portogallo)
-------------------------------------------------------------------------------------
"Bird" Zlatkovsky Mikhail (Russia)


 "Mandela - Path to Heaven" Henrique Monteiro (Portogallo)



  "Libertà" Javad Takjoo (Iran)
 Javad Takjoo,


 "Senza titolo" Li Kui giugno (. Cina Rep)



  "Julian Assange" Tolsa Matias (Argentina)




 Vasco Gargalo (Portogallo)

--------------------------------------------------------------------------

Anticipazioni Premio Satira Politica Forte dei Marmi 2014




Conto alla rovescia per la 42ˆ edizione del Premio Satira Politica, che si preannuncia carica di presenze interessanti e divertenti.
Maccio Capatonda e The Pills saranno tra i vari premiati della quarantaduesima edizione del Premio Satira Politica. Queste le prime anticipazioni sul Premio Satira in programma sabato 13 settembre, alle ore 17,30, alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi.
Per il secondo anno consecutivo la conduzione della serata sarà affidata a Serena Dandini, new entry nella giuria del premio.
Durante la cerimonia di premiazione di sabato 13 settembre, di quello che è considerato l’Oscar italiano della satira, verranno consegnati premi a scrittori, giornalisti, blogger, disegnatori, programmi televisivi, films, tutto all’insegna della libertà di satira e di espressione. I riconoscimenti vanno alle sezioni del Premio: Libri, giornalismo, disegno satirico italiano e internazionale, spettacolo (teatro, cinema, tv), web, tesi di laurea e sono decisi da una Giuria composta da Roberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Serena Dandini, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti.



Il trailer del primo film di Maccio Capatonda

https://www.youtube.com/watch?v=bBWZyQ4Z1iA
MACCIO CAPATONDA riceverà il premio Multitasking. Capatonda si appresta a diventare la rivelazione dell’autunno cinematografico. Fenomeno del web e della tv, sta realizzando il suo primo film - dal titolo “Italiano medio. Il debutto sul grande schermo è liberamente ispirato al trailer circolato qualche anno fa e diventato un fenomeno in rete. A tutti gli effetti uno dei suoi lavori più esilaranti. Marcello Macchia – in arte Maccio Capatonda - arriva da due stagioni di serie televisive su MTV che lo hanno portato alla ribalta del grande pubblico. Ha partecipato a diversi programmi televisivi tra i quali Mai dire Lunedì e Mai dire Martedì. Precedentemente aveva fondato a Milano la Shortcut Productions, insieme a Enrico Venti. Lo scorso anno ha ideato, diretto e interpretato la serie televisiva Mario. In un primo tempo si è dedicato (accompagnato dal suo inseparabile gruppo) alla produzione di finti reality televisivi, come il Divano Scomodo, il Gabinetto e Il Grandangolo, tutti caratterizzati da una vena ironico – demenziale. Queste produzioni posero le basi per la seguente e più famosa produzione di Macchia, sempre a Mai dire..., con la Gialappa's. Qui impersonava un attore fittizio - chiamato Maccio Capatonda - che recitava in una serie di sketch, parodia dei più famosi trailer cinematografici. Molte di queste parodie, a loro volta dei veri e propri cortometraggi comici, hanno ottenuto un notevole successo fra gli spettatori del programma e, complice anche la diffusione su Internet (specialmente tramite YouTube), sono diventati dei veri e propri oggetti di culto tra gli appassionati. linguaggio ed i modi propri di questa forma di comunicazione con effetti spesso surreali. Alla comicità contribuiscono gli "attori" che, insieme a Capatonda, "recitano" in questi sketch: personaggi uniti dal comune denominatore della totale incapacità espressiva e recitativa e contraddistinti da nomi alquanto improbabili.




The Pills il video http://www.video.mediaset.it/video/the_pills/full/459006/puntata-del-7-maggio.html
THE PILLS riceveranno il premio Web. Grandi protagonisti del web li hanno definiti in tutti i modi, da comici 2.0 a morettiani. In realtà quelli di The Pills sono un gruppo di giovani, ideatori di una sit-com che impazza da tempo su Youtube. A metterla in scena Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi, autori e attori della web-series in bianco e nero, una cosa alla “Down By Law”, che hanno rifatto una sorta di “Ecce Bombo” 30 anni dopo. Dal web hanno fatto poi il grande salto sulla tv.
The Pills è ai confini tra il surreale e il grottesco. I tre amici si ritrovano all'interno della casa per dibattere, con toni irriverenti ed ironici sui grandi temi, alias luoghi comuni, del giovane italiano contemporaneo, dalle Hogan vietate se si vuole essere “underground” in alcuni quartieri romani come il Pigneto, al concetto di “turbofregna”, che come spiegano: “È un concetto alto, è una fregna con un motore”. Odiano essere etichettati: non sono radical e neanche chic. Non sono neanche alternativi/pun kabbestia e chi ne ha più ne metta. Sono trentenni romani che in una manciata di puntate hanno conquistato il pubblico dai 20 ai 40. Quella generazione italiana che si ritrova in fatiscenti case per studenti, con affitti alle stelle, nessun futuro davanti. “Non siamo comici – dice Luigi Di Capua – E tantomeno siamo un trio alla Aldo, Giovanni Giacomo – ribadisce Luca Vecchi.


Tra gli eventi correlati al Premio ricordiamo che al Museo della Satira e della Caricatura prosegue con grande successo la mostra “La danza macabra della Grande Guerra”. In esposizione al Fortino, a cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, le opere satiriche dei grandi artisti del tempo raccolte nella Collezione Isolabella. La mostra resterà aperta fino al 4 novembre con orario 17/20 e 21/24 (ingresso libero). L’esposizione di ben 150 opere, tratte da una collezione unica al mondo, è un’irripetibile occasione per ammirare i capolavori pittorici di artisti del calibro di Mario Sironi, Alberto Martini, Aroldo Bonzagni, Francesco Cangiullo, Lorenzo Viani, Giò Ponti, Lucio Venna, Gabriele Galantara, Antonio Rubino.

Da visitare il sito internet del Premio e del Museo della Satira, www.museosatira.it

Direzione Artistica del Premio e Museo Satira - Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti
museosatira@gmail.com tel. 0584 85312- 280262

Ufficio Stampa Demetrio Brandi ufficiostampa.premiosatira@gmail.com
---------------------------------------------------------------------------

venerdì 5 settembre 2014

"LA DANZA MACABRA DELLA GRANDE GUERRA"

1914-2014
Quest'anno ricorre il centenario della Grande Guerra
L'estate del 1914, cent'anni fa, segnò l'inizio della Prima guerra mondiale, il  più grande conflitto mai visto, una carneficina che coinvolse quasi tutti i continenti, gran parte delle Nazioni e dei loro abitanti, cambiandone per sempre il destino.
Quando furono firmati gli armistizi tra i belligeranti nel 2018, le vittime si contavano a decine di milioni, mentre i sopravvissuti dovettero adattarsi ad un mondo nuovo e fortemente instabile. Crimini e orrori in vasta scala, armi nuove e micidiali, indifferenza per le spaventose perdite militari e civili hanno accomunato quasi tutti i numerosi fronti aperti.
Tante le manifestazioni per ricordare, anche il mondo della satira ha voluto farlo.
A Forte dei Marmi una grande mostra: LA DANZA MACABRA DELLA GRANDE GUERRA

di Ezio Castellucci, Il Kaiser sopra una montagna di teschi
 

 Forte dei Marmi

LA DANZA MACABRA DELLA GRANDE GUERRA

 Galantara - Il Kaiser
Prosegue con grande successo al Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi la mostra “La Danza macabra della Grande Guerra”. In esposizione al Fortino, a cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, le opere satiriche dei grandi artisti del tempo raccolte nella Collezione Isolabella. La mostra resterà aperta fino al 28 settembre, tutti i giorni, dalle 17 alle 20 e dalle 21 alle 24 (ingresso libero). L’esposizione di ben 150 opere, tratte da una collezione unica al mondo, è un’irripetibile occasione per ammirare i capolavori pittorici di artisti del calibro di Mario Sironi, Alberto Martini, Aroldo Bonsagni, Francesco Cangiullo, Lorenzo Viani, Giò Ponti, Lucio Venna, Gabriele Galantara, Antonio Rubino.

 Sironi - Sarabanda finale

A cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale le opere satiriche dei grandi artisti del tempo raccolte nella Collezione Isolabella.
Si può raccontare la tragedia di una guerra di trincea, di sangue e fango, con le opere d’arte? La risposta è sì: i grandi artisti satirici furono in grado di narrare il conflitto che trasformò in modo irreversibile il Novecento e combatterono la loro guerra con le armi sferzanti della satira, dando luogo a una produzione artistica che non ha eguali in nessun altro conflitto e che riuscì a svelarne le contraddizioni e le assurdità. A cento anni dall’attentato di Sarajevo - il casus belli che diede formalmente inizio alla prima guerra mondiale - Il Museo della Satira e della Caricatura di Forte dei Marmi propone la mostra “La danza macabra della Grande Guerra” (a cura di Cinzia Bibolotti, Franco Calotti e Linda Gorgoni Gufoni), con opere provenienti dalla Collezione di Lodovico Isolabella, sicuramente la più importante al mondo nel suo genere.

Per le foto vedere il link a dropbox https://www.dropbox.com/sh/ljw6xokq35nrcay/AABI_9ep2q7DgSetJExnkS-ia

E’ online il sito con il catalogo della Mostra "LA DANZA MACABRA DELLA GRANDE GUERRA"
http://www.museosatira.it/mostre/danzamacabra/


Per informazioni:
Museo Della Satira - Forte di Leopoldo I - Piazza Garibaldi
tel. 0584 280262 (Uffici) - 0584 876277 (Museo) museosatira@gmail.com www.museosatira.it

L’Ufficio Stampa
Demetrio Brandi 3356141086


Walter Trier - Karte von Europa im jahre 1914

Nota:
Per le mappe satiriche potrebbe interessare
Satirical maps of the Great War, 1914-1915

Buduàr 17


Copertina di Umberto Romaniello


Vi avevamo annunciato un numero vacanziero per il mese di Agosto ed eccolo qua, in tutta la sua estiva spensieratezza. Non  si pensi, però, che vogliamo chiudere gli occhi davanti agli innumerevoli drammi del mondo, alle guerre, ai disastri della nostra politica nazionale, alla crisi economica che ci soffoca: un bombardamento continuo di brutte notizie che fanno a gara a toglierci il sorriso. Buduàr, infatti, ha sempre guardato sin dal primo numero in parte all’umorismo puro e in parte alla satira, ricordandoci che sorridere corrisponde al puro e gioioso svago come alla critica sarcastica dell’attualità. 
Questa è solo una sosta rigenerante, una pausa dedicata soprattutto all’estate e alle vacanze, ricordando vecchi e gloriosi autori del passato e pubblicando vignette e testi dei migliori autori contemporanei.
(Marco De Angelis, dall'editoriale del numero 17)
In questo numero:
Dino Aloi, Mirko Amadeo, Pietro Ardito, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Antonio Botter, Marco Biassoni, Bruno Bozzetto, Graziano Braschi, Battì, Berlinghero Buonarroti, Gian Paolo Caprettini, Luciano Caratto, Athos Careghi, Ernesto Cattoni, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Osvaldo Cavandoli, Lido Contemori, Lele Corvi, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Paolo Della Bella, Umberto Domina, Emilio Isca, Gianlorenzo Ingrami, Benito Jacovitti, Sergio Ippoliti, Mario Lovergine, Boris Makaresko, Ro Marcenaro, Melanton, Claudio Mellana, Gaspare Morgione, Marilena Nardi, Angelo Olivieri, Franco e Agostino Origone, Andrea Pecchia, Omar Perez, Danilo Paparelli, Federico Ricciardi, Umberto Romaniello, Giuliano Rossetti, Marta Saijni, Ugo Saijni, Francois San Millan, Doriano Solinas, Giovanni Sorcinelli, Carlo Squillante, Sergio Staino, Achille Superbi, Assunta Toti Buratti, Lucio Trojano, Pietro Vanessi, Firuz Kutal.

Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.




--------------------------------------------------

disegno di Bruno Bozzetto

mercoledì 3 settembre 2014

I Social Network e Ashya King.

Vladimir Kazanevsky



Buonsenso.com
03/09/2014
massimo gramellini
Ieri, intorno alle quattro e un quarto, mi sono innamorato dei social network. (Chissenefrega: me lo dico da solo). Il miracolo è da imputare a un bambino inglese, Ashya King, e ai suoi genitori. Riassumo la storia per chi non la conoscesse: Ashya, 5 anni, ha un forma di cancro che potrebbe rispondere a un tipo innovativo di cure praticato per ora soltanto a Praga e negli Stati Uniti. Parliamo di cure serie, non di alambicchi da peracottari. I genitori volano in Spagna per vendere una proprietà e con quei soldi finanziare il viaggio della speranza nella Repubblica Ceca. Vengono inseguiti da un mandato di cattura internazionale per essersi portati il ragazzino appresso senza il consenso dell’ospedale inglese che lo aveva in custodia. L’arresto a Madrid dei signori King fa vibrare corde profonde nel premier Cameron, che ha perso un figlio della stessa età. Il primo ministro esprime solidarietà ai genitori con un tweet che fa il giro del mondo, mentre sulla Rete parte una petizione per chiederne la scarcerazione: in poche ore raggiunge le duecentomila firme. Ieri, intorno alle quattro e un quarto, la procura inglese ha ritirato il mandato di cattura, i genitori hanno riabbracciato Ashya e l’ospedale di Praga si è dichiarato disposto ad accoglierlo anche gratis.
Senza l’interessamento di un potente la vittoria del buonsenso sarebbe stata impossibile: e questo è un limite antico dell’umanità. Ma è grazie ai social network se il potente ha potuto sensibilizzare rapidamente la magistratura, e l’opinione pubblica influire con altrettanta immediatezza sul corso degli eventi. E questo è un aspetto consolante della modernità.




Internet and society
Vladimir Kazanevsky
Internet can change a society. 27 May 2014



Tweet for Peace
Bernard Bouton
Every tweet could be a message of peace 16 Mar 2012

martedì 2 settembre 2014

TIME MACHINE (Infinite Monkey) 4-09-2014

Renzo Nucara & Fablab Bergamo 
La Rivoluzione dello Spazio 
San Martino dall'Argine Mantova 
inaugurazione 4 settembre ore 17
4- 7 settembre 2014

TIME MACHINE

 ( Infinite Monkey )


Time machine - (Infinite Monkey)
 Time machine - (Infinite Monkey) | 2014 | PLA | stampa in 3d | cm 150 x 150

L’opera trae spunto dall’enunciato di Emile Borel (teorema Infinite Monkey : “se un
esercito di scimmie battesse per un tempo sufficiente sui tasti di macchine da scri-
vere, produrrebbe prima o poi tutti i libri del British Museum.”) e dalla definizione in
biologia del termine “evoluzione” (progressivo e ininterrotto accumularsi di modi-
ficazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo sufficientemente am-
pio, significativi cambiamenti morfologici, strutturali e funzionali negli organismi
viventi). Time Machine (Infinite Monkey) è un opera che costituisce la cellula inizi-
ale di un potenziale lavoro infinito che può nascere con l’interazione attiva di tutte
le persone. Il contributo alla costruzione dell’opera passa attraverso la realizzazione
personalizzata di un singolo ingranaggio stampato in 3d, che aggiunto ai precedenti
segna un’evoluzione dell’opera. Ogni intervento, quindi, non è solo un “post-it” che
documenta un pensiero personale, ma diventa un ingranaggio che gira e fa girare
tutte le ruote del sistema, correlandolo con quello di altre persone a sottolineare
così il nostro essere causali e non casuali. Il progetto è ipotizzato su una superficie
modulare che può accrescere di pari passo al numero esponenziale degli interventi.

Renzo Nucara | (1955) inizia a esporre le sue opere a metà degli anni '70. Nel 1993 fonda il Cracking Art Group insieme ad altri cinque artisti. Il loro materiale preferito è la plastica che rappresenta il medium per un impegno sociale ed ecologico. Insieme al gruppo ha preso parte alla 49 ° Biennale di Venezia nel 2001,con l'installazione S.O.S. Word: più di mille tartarughe di plastica riciclata e dorata che occupa i giardini attorno ai padiglioni storici. Nel 2011 e nel 2013, è nuovamente presente con il gruppo alla Biennale. Accanto alle performance e alle installazioni della Cracking Art, Renzo Nucara sviluppa la sua ricerca artistica che, soprattutto durante gli ultimi anni, si concentra sulle creazioni in plexiglas, che sono chiamate dall’artista Stratofilm: fotogrammi trasparenti e stratificati che inglobano oggetti naturali e artificiali appartenenti alla sfera del quotidiano o a reminiscenze del passato.
www.renzonucara.com

Fablab Bergamo | L’associazione Fablab Bergamo nasce nel 2013. Persegue fini di promozione della Fabbricazione Digitale e del Design condiviso, dell’Hardware e del Software Libero, dello Sviluppo Sostenibile, a vantaggio degli associati e di terzi. E’ autonoma, pluralista, aconfessionale, apartitica, a carattere democratico. Da aprile 2014 ha sede presso i locali del Patronato San Vincenzo, condividendo obiettivi di progetto e formazione con la Cooperativa e la AFP. Un Fablab è un luogo fisico e virtuale favoloso, che raccoglie un fare ibrido tra il design e l’artigianato, l’elettronica e il web, l’utile e il dilettevole. È un laboratorio aperto, che pone l’etica e la condivisione come la base di un nuovo modello di lavoro e pensiero.
FAB(olous) LAB(oratory) | Abbiamo provato ad immaginare un modo di creare altro. Da un sogno nel cassetto di Barbara Ventura e Vittorio Paris con il sostegno di Giovanni Assi e la collaborazione attiva di Mattia Agazzi, Simone Branchi, Matteo Bonasio, Simona Faccioni, Michele Feliciani, Giorgio Lotta, Luca Pasta, Luca Sarga, Nicola Zana ... e il contributo speciale di Gaia e Giorgio. Ha creduto in questo sogno e ne ha fatto concretezza lo staff della Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, in particolare: Laura Bonaita, Guido Dentella, Michele Illipronti, Alessandro Messi, Alberto Sorrentino e Grazia Zucchetti.
www.fablabbergamo.it