domenica 15 marzo 2015

Mosca - L'omicidio di Boris Nemtsov

The despicable murder of Boris Nemtsov.
Brian Adcock



Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione russa a Vladimir Putin ed ex vicepremier liberale all’epoca della presidenza Ieltsin, è stato ucciso il 27 febbraio, in un agguato mentre passeggiava nel centro di Mosca.

Secondo l’agenzia Tass, l’uomo politico è stato centrato da quattro colpi d’arma da fuoco, e dai primi elementi raccolti pare che l’agguato sia avvenuto in presenza di numerosi testimoni.

Nemtsov in passato aveva pesantemente criticato il presidente russo. Memorabili le sue conferenze stampa in cui accusava Putin di condurre una vita lussuosa, malgrado i disagi a cui è costretta buona parte della popolazione.



Mosca - L'omicidio di Boris Nemtsov
Valerio Marini




Nemtsov's affair    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Ding-dong...Packet for Mr.Putin
01 Mar 2015


Boris Nemtsov Killed in Moscow    Sergey Elkin
Opposition leader Boris Nemtsov was killed in Moscow. The big question: who did it?
02 Mar 2015



"this is Putin's war" was saying Boris Nemtsov (born in 1959 – died 2015, 27th February) was a Russian physicist, statesman and liberal politician. Nemtsov was assassinated on 27 February 2015 on a bridge near the Kremlin and Red Square in Moscow. was shot four times in the back...
Firuz Kutal



Boris Nemtsov murdered at/by the Kremlin?    Maarten Wolterink
No Russian is allowed to get powerful and threaten the position of Putin.
02 Mar 2015

Nemtsov è stato assassinato. Putin dimostra la sua innocenza. Bertrams

My cartoon Tuesday @TheTimes on the Putin style #Nemtsov #Russia
Peter Brookes


LA RUSSIE DE POUTINE: L'ASSASSINAT DE L'OPPOSANT BORIS NEMTSOV.
Plantu


Putin's Critics
BY ADAM ZYGLIS, THE BUFFALO NEWS  -  3/4/2015



Bandanax


Souvenir dal Cremlino
Riverso


Breen

Angels and Putins
Beeler

Vladimir #Putin will lead the inquiry into the Boris #Nemtsov assassination.
Bado


Russian investigation
Chapatte
Tiziano Riverso


Nemtsov crime : Dadayev's confession    Paolo Lombardi
.
11 Mar 2015


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Fonte


12 marzo 2015
L'Europarlamento ha approvato una risoluzione in cui chiede che sia condotta un'indagine internazionale indipendente sull'omicidio dell'oppositore politico russo Boris Nemtsov. Quest'assassinio, sottolineano gli europarlamentari, è "l'omicidio politico più grave nella storia recente della Russia" e la propaganda del Cremlino sta trasformando la Russia in uno "Stato caratterizzato da repressione, incitamento all'odio e paura".
Zaur Dadayev, uno dei cinque sospetti per l'omicidio di Boris Nemtsov, ha smentito di aver confessato il delitto. Sembra abbia confessato sotto tortura.

http://www.ansa.it/ricerca/ansait/search.shtml?tag=Boris+Nemtsov

sabato 14 marzo 2015

Buduàr 23

E' online Buduàr 23!
108 pagine di Humour e storia della grafica e satira ecc, ecc
... ma vi lascio alla notevole presentazione di Dino Aloi ed ad una piccola anteprima



COPERTINA DI EMILIO ISCA


Nel buduàr profumo di nuovo e di antico 
Essere dentro il Buduàr talvolta è un angolo di osservazione privilegiato perché permette di compiere scelte editoriali slegate da dettami commerciali, seminando piccoli fiori che se recepiti possono diventare profumatissimi bouquet. 
Accade così che entriamo in relazione con importantissimi (quanto rari) studiosi di satira e umorismo che iniziano a collaborare, contribuendo ad allargare l’orizzonte su altri autori, innestando nuovi ragionamenti e stimoli intellettuali. 
E’ il caso di questo ricchissimo numero in cui presentiamo contributi davvero d’eccezione

giovedì 12 marzo 2015

Cassazione: " Berlusconi assolto!"


di Franco Portinari/Portos





Per favore non toccate il vecchietto

di Nadia Redoglia
Alta tensione per l’attesa sentenza definitiva.  La pazza storia del mondo è terminata con assoluzione. Furono (quasi) tutte balle spaziali. “Che vita da cani” pare aver aggiunto quel Robin Hood – un uomo in calzamaglia, nel domandarsi chi mai ora potrà ripagarlo del torto subito. I suoi avvocati, fruitori di  più poltrone parlamentari quasi mai usate, perché impegnati a difenderlo (da qui il mistero delle dodici sedie) si sono molto adoperati ben prima di quella volta che comparve la nipote del Principe d’Egitto con il silenzio dei prosciutti, degli svitati, dei robots e piccole canaglie che seguirono.  L’ultima follia è ancora in corso (Ruby ter) per vederlo sospetto di corruzione in atti giudiziari. Secondo l’accusa avrebbe pagato olgette per tacer su orgette. Tuttavia la procura per approfondire su rendite milionarie che manco la nipote (vera) del principe di cui sopra potrebbe possedere, ha chiesto proroga d’indagini.

Il procuratore generale di Cassazione ha citato Mel Brooks sostenendo che tutto il mondo ci ha riso dietro. Esagerato ché come disse (ben prima di Obama, Veltroni e Renzi)  Frankestein Junior: “SI-PUO’-FARE!”

11 marzo 2015



Atti liberatori
Trucco/Kurt


ElleKappa




BUNGA BUNGA: B. ASSOLTO
Natangelo

PS: Questa, sotto,  invece era la vignetta che avevo preparato nel caso in cui la Cassazione non avesse assolto B.


Natangelo



Rimembri ancora
MASSIMO GRAMELLINI
L’uomo è salvo, ma il mito è perduto. Tra un’assoluzione e un’acquisizione, continua il declino al rallentatore di colui che fu Berlusconi. Come se Napoleone, anziché a Sant’Elena, avesse trascorso l’ultima parte della sua vita in due camere e cucina a Montmartre, litigando di continuo con la servitù e affacciandosi ogni tanto alla finestra per rispondere al saluto revanscista di qualche nostalgico. Trattandosi di un individuo dalle sette vite e dalle sette ville, il due camere e cucina è metaforico. Ma la sopravvivenza giudiziaria rimane una mancia ben magra per chi credeva di essere Napoleone e aveva convinto della cosa milioni di italiani.

Un mito si riconosce dall’uscita di scena, mentre non c’è grandezza alcuna nella sua parabola discendente, solo un accomodamento al ribasso, dalla Champions a Inzaghi, dal G8 a Brunetta. Profetizzando scenari shakespeariani, come nell’ultima scena del «Caimano», i suoi nemici gli hanno attribuito una dimensione epica che alla prova dei fatti si è rivelata inesistente. Non si sta congedando dalla Storia col cipiglio di un gigante spodestato, di un De Gaulle, di un Nixon o almeno di un Craxi. L’ossessione per la «roba», che in lui prevale su qualunque motivazione ideale, lo ha indotto a scavarsi una nicchia di sopravvivenza e a festeggiare come un trionfo persino una pausa momentanea nel furibondo corpo a corpo con la giustizia che ha innescato fin dalla gioventù. Adesso fonderà Forza Silvio, l’ultima ridotta, per trattare con l’erede toscano che maneggia la politica con più perizia e risolutezza di lui. Invece che alla Storia, passerà alla cassa.




Fran (Fanpage)



fabio magnasciutti



Fontana


TOGHE ROTTE
Tutti i nipoti di Mubarak sghignazzano dopo l'ultima
- purtroppo solo in ordine di tempo -
farsa in tema di codice penale.
Mangosi


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La notizia:
Roma (askanews) - Dopo nove ore di camera di consiglio i giudici della Cassazione hanno assolto definitivamente Silvio Berlusconi dal reato di concussione e sfruttamento di prostituzione minorile nel caso Ruby. Reati che la Procura di Milano guidata da Edmondo Bruti Liberati e Ilda Boccassini gli aveva contestato in questi anni di dura battaglia processuale, con riferimento alle "cene eleganti di Arcore" e alla liberazione della ragazza marocchina dal fermo in Questura a Milano.Le motivazioni della scelta della Cassazione saranno rese note fra un mese. Ma a Forza Italia (e al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano) sono bastati pochi minuti dalla lettura del verdetto finale per porre con forza la questione politica di fondo legata a questo processo: il danno da risarcire a Berlusconi, personalmente e politicamente.Un Berlusconi "tanto felice". Così è descritto ad Arcore, dove ha appreso la notizia della sua assoluzione per il processo Ruby. "E' stata ribadita la mia innocenza", avrebbe detto in sintesi ai fedelissimi che si sono subito congratulati al telefono col leader di Forza Italia. E già si parla di un ritorno in campo di un berlusconi
con un’analisi di  Donatella Stasio - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/w1k3cu



sabato 7 marzo 2015

Torino: Sergio Staino. Un racconto di Berlino, 1981

Sergio Staino, Berlinguer sulla luna, 1983



Cari amici,nell'ambito della mostra sui miei disegni di Berlino che si tiene alla GAM di Torino, vi informo che martedì 10 marzo alle 18, presso l'auditorium della Galleria, si terrà un incontro sul tema "La Sinistra e la satira, dal Partito Comunista ad oggi". Oltre a me saranno presenti Emanuele Macaluso, Piero Fassino, Mario Calabresi e Davide Riondino.La Galleria si trova in Via Magenta, 31. L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Per informazioni: 011 442 9518

Ciao,
Sergio






 
Incontri in occasione della mostra






Martedì 10 marzo, ore 18.00
LA SINISTRA E LA SATIRAUn'antica passione, un persistente dilemma
Intervengono:
Sergio Staino, disegnatore e vignettista
Piero Fassino, sindaco di Torino
Mario Calabresi
, direttore de la Stampa
David Riondino, regista e attore
Emanule Macaluso
, giornalista e dirigente politico
Maurizio Boldrini, giornalista e docente

Il rapporto fra satira e Sinistra non è stato, soprattutto all'inizio, un rapporto facile: era molto semplice usarla come arma di denigrazione degli avversari ma era totalmente impossibile sopportarla quando era rivolta contro se stessi. Per accettare la satira e coglierla quale elemento conoscitivo della realtà e quale stimolo ad un'azione politica più corretta, bisogna che l'istituzione di riferimento si senta matura e forte. Giovani partiti, osteggiati e repressi, è molto difficile che maturino il senso dell'umorismo e dell'autoironia.
“Il PCI ci è riuscito nel giorno in cui è diventata - racconta Sergio Staino, ripercorrendo le vicende di questo complesso rapporto e il ruolo avuto dal personaggio da lui creato, Bobo - non solo nella coscienza ma anche nella pratica, forza di governo, pronta a mettersi in gioco esibendo senza problemi le proprie contraddizioni. L'Unità è stato l'unico giornale, organo di un Partito Comunista, che ha pubblicato in prima pagina una vignetta con la caricatura del proprio segretario. Era un mio disegno fatto in occasione del congresso di Reggio Emilia del 1983 e il caricaturato era Enrico Berlinguer. Ma prima di questo c'era stato anche il Benigni che se lo era preso in collo. Una bella medaglia di laicità”.
Eppure, nonostante il mutare dei tempi, questo rapporto mantiene una sua problematicità che deriva dal ruolo nuovo che ha assunto il sistema dei media e dal modificarsi del modo stesso di dare e di vivere la satira.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili
La mostra Sergio Staino. Un racconto di Berlino sarà aperta eccezionalmente fino alle 21.00 (ultimo ingresso 20.30)
Prossimo appuntamento: 
Giovedì 26 marzo, ore 18.30REPORTAGE CON LA MATITARaccontare i luoghi e le storie con il disegno e le parole


GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31, 10128 Torino - info +39 0114429518/+39 011 4429595
gam@fondazionetorinomusei.it / www.gamtorino.it
orario mostra: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00, lunedì chiuso










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Nota:

La mostra "Un racconto di Berlino, 1981". 
Sono circa 130 disegni a china e rigoroso bianco e nero realizzati nel 1981 quando, ospitato da Detlef Heikamp, Staino si aggirò per varie settimane nella Berlino ai tempi del muro realizzando il libro disegnato "Berlino amore mio".


venerdì 6 marzo 2015

FESTA D'APRILE, storie partigiane scritte e disegnate

a cura di Leo Magliacano e Tiziano Riverso

FESTA D'APRILE
storie partigiane scritte e disegnate

Tempesta Editore





Presentazione del Libro: “Festa d'Aprile”
Curatori: Leo Magliacano e Tiziano Riverso

A settanta anni esatti (1945-2015) della Liberazione dal nazifascismo, una trentina di autori/ici di storie scritte e disegnate, hanno voluto raccontare e illustrare dal loro personale punto di vista, alcune piccole e grandi storie, dal sud al nord dell’Italia per ricordare l’evento in modo non retorico, onesto ed originale.

Il titolo del libro è “ Festa d’Aprile“ ispirato dalla nota canzone scritta e musicata da Sergio
Liberovici e Franco Antonicelli, e sarà pubblicato da Tempesta Editore di Roma.

Gli autori sono: Gianni Allegra, Luca Bertolotti, Mauro Biani, Dario Di Simone,Tiziano Riverso, Leo Magliacano, Luca Garonzi, Umberto Romaniello , Fulvio Fontana , Ivan Passamani, Giuseppe Lo Bocchiaro, Carlo Gubitosa, Stefano Trucco, Gianni Burato, Mario Airaghi, Franco Stivali, Sergio Negri, Alberto Pagliaro, Tommaso Moretti, Franco Cappelletti, Janna Carioli, Marika Borrelli, Luana Valle, Milena Magnani, Walter Pozzi, Mirco Stefanon, Vittorio Forelli, Giuseppe Ciarallo, Paolo Vachino, Laura Tussi, Fabrizio Cracolici, Pierluigi Cozzi, Romeo Vernazza.

Le singole storie, come le tessere di un ideale mosaico, messe insieme in questo libro, vanno a
comporre una immagine corale, unica e contemporanea, di uno degli episodi fondamentali della
storia moderna di questo paese.

In questa raccolta di racconti, scritti e disegnati: si sono volutamente narrate storie di piccoli episodi sconosciuti o ritenuti minori, di uno dei pochi momenti in cui gl’italiani hanno espresso la volontà comune di mettere fine ad un periodo di barbarie e violenze inaudite, per ripartire da un nuovo concetto dello stare insieme.

Come tutti i racconti a più voci esso è anche una specie di viaggio-riflessione sulle influenze e i
riflessi avuti da quegli eventi nella nostra contemporanea attualità.

Via via, ripercorrendo idealmente il percorso fatto dalla Liberazione e dai movimenti resistenziali da Sud a Nord , le storie si dipanano lungo lo stivale e si concludono con la liberazione di tutta l'Italia e con la fine delle ostilità in Europa.

Queste storie le abbiamo definite “partigiane”, perchè ne condividiamo lo spirito e l’essenza; e
riteniamo giuste e sacrosante quelle scelte di lotta e di resistenza per la libertà e per la pace, fatte settanta anni fa.

Come riteniamo opportuno e più che mai adeguato, poter trasferire il ricordo ed una personale
testimonianza alle presenti e future generazioni di giovani per riaffermare con forza quei valori
universali di Libertà e di Dignità umana che più volte ancora oggi sono mortificati, calpestati e
disattesi in più parti del mondo.

Oltre alle varie presentazioni del libro sarà prevista una mostra annessa di alcune tavole a fumetti e delle illustrazioni degli autori presenti nel libro.



INFO: Leo Magliacano - portatile 340 0653908 mail – leomagliacano2005@yahoo.it
           Tiziano Riverso – portatile 338 4901168 mail – triverso@gmail.com

INFO libri: tempestaeditore.it

i Curatori:
Leo Magliacano, nato a Napoli diversi anni fa. Inventa e illustra giochi e vignette umoristiche e storie a fumetti per le pagine di passatempo e giochi enigmistici e inserti per bambini.
Tiziano Riverso, fumettista, vignettista, illustratore. Autore di Cabaret per i comici di Zelig.
Insieme hanno curato anche il volume di satira LegalMente (Tempesta Editore).

L’indice del libro:

Introduzione di Leo Magliacano e Tiziano Riverso
L’ultimo dei partigiani, un fumetto di Gianni Allegra
Solamente un Cruciverba, un racconto di Walter Pozzi
Storia di Cefas, un fumetto di Dario Di Simone (Darix)
La bicicletta simbolo di libertà nella Resistenza, un racconto di Vito Forelli
Dalle belle città, una canzone illustrata da Umberto Romaniello
Bambine in Guerra, un racconto di Marika Borrelli
Solo quel profumo, un fumetto di Leo Magliacano
La Storia Inizia, un racconto illustrato di Franco Stivali
La cittadella degli eroi, un fumetto illustrato da Giuseppe Lo Bocchiaro, testi di Carlo Gubitosa
Il Partigiano Giovanna, un racconto di Janna Carioli
Angiolino, un fumetto di Mauro Biani
Ma non fa mica così la canzone, Tunen! un racconto di Milena Magnani
W Salvatore Vernazza, un contributo di Romeo Vernazza
Una storia partigiana, cinque tavole autoconclusive di Alberto Pagliaro
I quattro giovani amici, un racconto di Sergio Negri, illustrazione di Tiziano RiversoLa Presa, un fumetto di Stefano Trucco (Kurt)Avanzi di Galena, un raconto di Franco Cappelletti
Morte di tre uomini Liberi, un fumetto illustrato da Ivan Passamani, testi di Federico Jannil
La foto dietro la porta, un racconto di Luana Valle
Belle foto ricordo, un fumetto di Tommy Gun Moretti
Un angolo di cielo, un racconto di Mirco Stefanon
C’era una volta il domani, un fumetto di Luca Garonzi
Spari e dispari, un racconto di Paolo Vachino
Aprile è una macchina rossa, un fumetto di Fulvio Fontana
Lotta di liberazione a Nerviano, un racconto di Pierluigi Cozzi (Anpi Nerviano)
6 Minuti all’Alba…, un fumetto di Tiziano Riverso
Il Partigiano Bacio sfugge alle guardie nazionali repubblicane in bicicletta, un racconto diLaura Tussiillustrazione di Mario Airaghi
Il susseguirsi degli eventi nella storia del Partigiano Emilio Bacio Capuzzo, un racconto diFabrizio Cracolici (Anpi Nova Milanese)
Una storia partigiana, cinque tavole autoconclusive di Alberto Pagliaro
Un’Idea esagerata di Libertà, un racconto di Giuseppe Ciarallo Illustrazione di Gianni Burato
Gli autori

http://tempestaeditore.it/shop/vita-raccontata/festa-daprile/









INFO: Leo Magliacano - portatile 340 0653908 mail – leomagliacano2005@yahoo.it
            Tiziano Riverso – portatile 338 4901168 mail – triverso@gmail.com

INFO libri: tempestaeditore.it

mercoledì 4 marzo 2015

L'elicottero renziano



La nuova carta da parati della cameretta di Renzi a Palazzo Chigi
Tiziano Riverso

Renzi rotore di ricerca

di Nadia Redoglia
Oggi, su qualsiasi motore di ricerca, a digitare “elicottero” esce fuori lui. La cronaca narra la trasferta renziana di circa 300 chilometri a bordo della costosa libellula atterrata a sorpresa (come la vispa Teresa) sul campetto di calcio. No selfie, no tweet, ma performance alla chetichella su altro mezzo di spostamento di governo. Piace vincere facile e dunque, giusto per fare qualche paragone, le recenti trasferte di Mattarella in aereo di linea, treno e tram capitano a fagiolo.   Per questa ragione sarebbe importante che il presidente della Repubblica convocasse quello del Consiglio chiedendogli lumi e criteri sul protocollo che adotta per i suoi spostamenti sì da (farci) capire quali e quanti tra questi (ché sappiamo non essere la prima volta che si serve di rotori) richiedono l’utilizzo di certi straordinari mezzi di trasporto indispensabili per causa di forza maggiore, ovvero se proprio non si può fare diversamente come accade, per esempio, con l’elisoccorso.

Partire da questa ricerca sarebbe già cosa buona e giusta ché un capo di governo dovrebbe essere consapevole che l’uso di tali carissime libellule è interamente e direttamente a carico nostro, a differenza di certe farfalle dei tempi che furono…

3 marzo 2015

Collericotteri
Franco Portinari / Portos

Volare basso

MASSIMO GRAMELLINI
Un atterraggio d’emergenza imposto dal maltempo ha rivelato improvvisamente agli italiani che per andare da Firenze a Roma il granduca Matteo usa l’elicottero di Stato. Lui, il campione dell’Anti Casta che da sindaco impazzava per la città gigliata al volante di una macchinina elettrica e da segretario del Pd si faceva immortalare sul Frecciarossa come un Draghi qualunque. L’opinione pubblica si è subito spaccata. La maggioranza, composta da pendolari e sardine d’auto o di metrò, invoca per Messer Renzi un mezzo di trasporto più sobrio ed economico (non sottovaluterei il baldacchino, è ecologico e in Italia i portatori non mancano mai). Ma esiste anche una minoranza, fiera della propria impopolarità, convinta che fare viaggiare il capo del governo tra i cittadini significherebbe esporlo alla mercé del primo squilibrato e che la sua scorta sarebbe fonte di disagio per gli altri passeggeri.

L’elicottero rimane una scelta infelice perché è lo scooter dei miliardari e la metafora di una distanza abissale dalla gente comune. E comunque in democrazia il problema è sempre la trasparenza. Obama sale e scende dagli elicotteri senza dare scandalo, dato che in America tutti sanno che quei velivoli fanno parte del corredo presidenziale. Che Renzi ne usasse uno, invece, noi lo abbiamo scoperto ieri per caso. Come ogni caduta di stile, anche questa fa girare le eliche. Ma sostenere un condannato in primo grado alla presidenza della Regione Campania le fa girare ancora di più.

lunedì 2 marzo 2015

Onore a Leonard Nimoy/Spock

"Of all the souls I have encountered.. his was the most human." Thx for bringing Spock to life for us.

In space Samantha Cristoforetti honors Leonard Nimoy/Spock by continuing the Vulcan science officer tradition on ISS. Imagery by Michael Okuda.
fonte


Bellissima la foto vulcaniana di @AstroSamantha ritoccata da @MikeOkuda (di Star Trek). http://spaceref.com/onorbit/a-new-science-officer-on-the-space-station.html … pic.twitter.com/BF1MTICgC5
  e a seguire le vignette omaggio al grande Leonard Nimoy:

domenica 1 marzo 2015

Mario Capanna e i vitalizi

Capanna tutta Panna
di Franco Portinari (Portos)



Capanna montata
di Massimo Gramellini

Da qualche tempo Mario Capanna, il giovane dell’altro ieri, va alla radio e in televisione a irridere i giovani di oggi. Avranno una pensione misera a 70 anni? si domanda dall’alto della sua da ex parlamentare, invece più che soddisfacente. Ben gli sta, si risponde da solo, perché senza lotta non si ottiene nulla nella vita e loro non lottano, ma preferiscono vivere nella bambagia di mamma fino a quarant’anni «tanto che bisogna chiamare i carabinieri per buttarli fuori». A parte che preferisco vivere in un Paese che chiama i carabinieri per fare sloggiare un figlio quarantenne anziché per difendersi da chi tira le molotov. Ma a Capanna, come ai tanti ribelli placati della sua età che imputano ai ragazzi del Duemila di non fare la rivoluzione, continua a sfuggire un piccolo particolare. Che nel «loro» Sessantotto, figlio del boom economico, i giovani erano tantissimi. Avevano con sé l’unica forza che conta in democrazia, quella dei numeri. E vivevano in una società dalle prospettive illimitate, dove il futuro era una certezza indiscutibile.

La società che i sessantottini consegnano ai nipoti è decisamente diversa. Con il calo delle nascite e il prolungamento della vita media, i giovani sono diventati una minoranza silenziosa che pesa poco sulle decisioni della politica. E la frantumazione del lavoro, che la generazione di Capanna non ha saputo evitare e in molti casi ha sfruttato, li ha resi incapaci di pensare al plurale e coniugare i verbi al futuro. Prima di fare la morale ai ragazzi di oggi, quelli dell’altro ieri dovrebbero provare a mettersi nei loro panni. E magari chiedere scusa per avere contribuito a creare questo presente.